Esami di Stato: chi ha paura della terza prova?

Superati i due scogli delle prove scritte d’italiano e di materia, i 481.695 candidati dell’esame di Stato 2005 affrontano la terza prova che, come recita il Regolamento d’esame, “consiste nella trattazione sintetica di argomenti, nella risposta a quesiti singoli o multipli, ovvero nella soluzione di problemi o di casi pratici e professionali o nello sviluppo di progetti. Le predette modalità di svolgimento della prova possono essere adottate cumulativamente o alternativamente. La prova è strutturata in modo da consentire anche l’accertamento della conoscenza delle lingue straniere se comprese nel piano di studi dell’ultimo anno“.

Dal 1999, quando la riforma della maturità è entrata in vigore, la terza prova è sempre stata quella con le più alte valutazioni medie finali. Anche l’anno scorso la media di punti assegnati per la terza prova è stata di 11,60 (su 15 punti a disposizione delle Commissioni) contro 11,37 (su 15) nella prova di italiano e 11,26 (su 15) nella prova di materia.

Per le prime prove non si sono ancora spenti gli echi delle polemiche per possibili fughe di notizie, con annunci di ricorsi e contrapposte dichiarazioni ministeriali di regolarità (la tempestiva pubblicazione delle prove su siti internet e la successiva loro soluzione non sono una prova oggettiva di aiuti esterni per i candidati impegnati nelle prove).

Ancora una volta, come ormai avviene da alcuni anni, il tema di cultura generale della prima prova che per decenni era stato lo spauracchio di migliaia di candidati, è diventato un residuo storico: lo ha scelto il 3% dei candidati, mentre l’88% si è buttato sul saggio breve o articolo di giornale. Poca fortuna anche per il tema storico che, scelto dal 3%, sembra far emergere, comprensibilmente, la forte tendenza dei giovani candidati a preferire l’attualità piuttosto che la riflessione sul passato.