Esame maturità da cambiare? Aboliamo prima valore legale titolo di studio

Si discute di esame di maturità in seguito alle dichiarazioni del ministro Fioroni che preannuncia il ritorno dei commissari esterni.
Il rito finale del corso degli studi superiori affidato in questi ultimi anni agli stessi professori della classe ha ulteriormente innalzato la percentuale dei promossi e ora si vorrebbe tornare, così pare, ad una maggiore severità.

Riteniamo tuttavia che l’equazione secondo la quale i commissari esterni significano rigore e gli insegnanti interni invece una certa rilassatezza non colga l’esatta dimensione del problema.

È il concetto stesso di esame di maturità che è in crisi, o forse meglio di esame di Stato. Nata per accertare le competenze degli alunni al termine della carriera scolastica, ma anche per controllare l’adeguatezza dell’offerta formativa delle scuole agli standard nazionali, la prova che la notte prima provoca la famosa ansia non è più né l’una né l’altra.
Non è accertamento di competenze perché la moltiplicazione degli indirizzi nei licei come negli istituti ha di fatto svuotato di contenuto l’idea stessa di un asse di discipline fondamentali; non può essere più controllo perché lo sviluppo dell’autonomia scolastica e della sussidiarietà tra soggetti sociali tende (o dovrebbe tendere) a mettere in mano la scuola a chi la fa.

La stortura maggiore imputabile all’esame di Stato attuale è dunque da ricercare nel sistema da cui nasce, che è il centralismo scolastico il cui perno è il valore legale del titolo di studio. I titoli in uscita dalla scuola media superiore hanno valore legale, e dunque sono spendibili tutti allo stesso modo, per il prosieguo degli studi o per l’immissione nel lavoro, senza alcun riferimento, o quasi, alla qualità degli studi effettuati.

Se vogliamo che l’esame di Stato riacquisti senso e dignità aboliamo il valore legale del titolo di studio, ombrello protettivo dietro al quale si nasconde tanta buona volontà e passione per il lavoro educativo, ma a volte anche molta approssimazione. Potrebbe essere il primo passo per avere un sistema scolastico che coniuga l’eguaglianza delle opportunità con l’efficienza della proposta di istruzione.

Fabrizio Foschi
Presidente Diesse
(Didattica e Innovazione Scolastica – Centro per la formazione e l’aggiornamento)