Tuttoscuola: Non solo statale

Educazione e istruzione/1. Ma la scuola deve ‘inculcare’?

Inculcare” è il termine infelice, o quanto meno maldestro, usato dal presidente del Consiglio Berlusconi in occasione del suo incontro-comizio con i Cristiano riformisti: “Educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia”.

L’intenzione del capo del governo, impegnato in varie direzioni nel consolidamento della maggioranza che lo sostiene in Parlamento, era verosimilmente quella di conquistare consensi e applausi davanti a una platea verso di lui ben predisposta, ma questa volta il pur esperto comunicatore Berlusconi ha chiaramente sottovalutato l’impatto mediatico-politico che le sue parole erano destinate a suscitare in una opposizione che ha da tempo scelto la scuola, insieme alla giustizia, come terreno privilegiato per le sue battaglie non solo contro il governo ma contro la sua figura di uomo e di politico.

Il ministro dell’istruzione Gelmini ha cercato di ridimensionare la portata delle parole del premier, che a suo giudizio si riferivano solo a quei “casi limitati, in cui in qualche modo vi è una strumentalizzazione politica, una visione un po’ parziale della storia e di alcuni insegnamenti”, come “accade da sempre”. L’esegesi del testo di Berlusconi consente forse questa interpretazione (dire “dove ci sono degli insegnanti” non è come dire “dove gli insegnanti”), ma la frittata ormai era fatta, e ha avuto buon gioco Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd, a replicare che a essere sotto attacco non sono solo pochi insegnanti ‘inculcatori’ ma tutta la “scuola pubblica”, oggetto di “totale smantellamento”, come dimostrerebbero i tagli subiti dal bilancio del ministero dell’istruzione.

Su che cosa si debba intendere per ‘scuola pubblica’, peraltro, riemergono sensibilità e letture diverse, da quella del cardinale Bagnasco, che mette l’accento sul contributo della scuola paritaria, a quella del variegato schieramento laico (non sovrapponibile del tutto con l’opposizione), che pensa invece in primo luogo alla scuola statale e al ruolo che ad essa assegna la Costituzione.

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