EaG 2015. I buchi neri del sistema educativo italiano

Ogni anno, ininterrottamente dal 2000, il rapporto annuale  Education at a Glance fa il punto sullo stato dei sistemi educativi dei 34 Paesi aderenti all’Ocse e di un crescente numero di Paesi partner        (quest’anno 12).

Non si tratta di uno studio comparativo in senso proprio (troppe sono le variabili culturali e di contesto che intervengono, molte non misurabili), ma non c’è dubbio che il rilevante  numero di indicatori internazionali utilizzati e l’ampia disponibilità di grafici e tabelle si prestano inevitabilmente a mettere a confronto i dati dei diversi Paesi con approccio sia sincronico (la fotografia dei sistemi anno per anno) sia diacronico (le dinamiche evolutive nel tempo, ormai più di 15 anni).

Da questo secondo punto di vista l’edizione 2015 di EaG, pubblicata martedì scorso, ha evidenziato, nella scheda dedicata all’Italia, che durante il periodo 2000-2012 (ultimo anno considerato, ma forse dall’anno prossimo si farà meglio) la situazione dell’educazione in Italia è sensibilmente migliorata almeno in termini quantitativi. I diplomati di scuola superiore sono passati dal 59 al 72% nella fascia 25-34 anni.

Dove invece l’Italia conferma il suo ormai storico ritardo è nella bassa percentuale dei laureati: nel 2012 solo il 22% dei 25-34enni era laureato: uno degli ultimi posti nell’area Ocse. Ma di questi (pochi) laureati molti conseguono la laurea di secondo livello magistrale, addirittura più che nella maggior parte degli altri Paesi. Il deficit, rispetto agli altri sistemi di istruzione superiore, è dunque totalmente a carico del diploma/laurea di primo livello professionalizzante, che in Italia semplicemente non c’è: una situazione che gli attuali 4.000 iscritti agli ITS (praticamente quasi zero in termini statistici) non possono certo modificare.

Ma c’è un secondo buco nero nel nostro sistema educativo, evidenziato da EaG a partire dai dati Ocse-Pisa, quello che riguarda l’apprendimento della matematica: un problema che attraversa longitudinalmente il nostro sistema educativo e che si evidenzia anche nell’istruzione superiore, oggetto di speciale approfondimento del rapporto di quest’anno: secondo gli esperti dell’Ocse un laureato italiano possiede un livello di competenze matematiche paragonabile a quello di un diplomato in Finlandia, Giappone o Olanda.

Un problema strutturale e di lunga durata, che richiederebbe interventi drastici, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie e di nuovi devices come le calcolatrici grafiche. Su questa specifica questione Tuttoscuola ha promosso un sondaggio ad hoc cui si può partecipare (occorrono pochissimi minuti) cliccando sul seguente link: http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37380