Al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione il ministro Moratti ha confermato l’impegno a favore delle paritarie: un fondo di 30 milioni di euro all’anno (previsto dalla Finanziaria 2003), garantito anche per il prossimo biennio, da assegnare per la riduzione degli oneri effettivamente a carico per l’attività educativa di altri componenti del medesimo nucleo familiare presso scuole paritarie. Visto che attualmente gli alunni delle paritarie sono quasi un milione, il bonus se fosse distribuito a tutti avrebbe il valore medio di 30 euro all’anno pro-capite. Meno del costo di una cena in pizzeria.
Non si tratta di un aiuto diretto alle scuole paritarie ma un sostegno alle famiglie che optano per la scuola non statale (il 60% di quegli alunni frequenta scuole materne).
E non si tratta di una novità, perché il bonus era previsto dalla legge, ma non ancora erogato. Al MIUR si stanno definendo i criteri e le modalità di attribuzione dell’assegno di studio.
Il pubblico del meeting ha salutato con entusiasmo l’annuncio, ma forse meno entusiasti potrebbero essere i rappresentanti delle associazioni delle famiglie, tra cui l’Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC) che già alla fine di giugno aveva pesantemente criticato le inadempienze del Governo per assicurare la libertà di scelta educativa delle famiglie.
A proposito delle risorse finanziarie, l’AGeSC denunciava inaccettabile il protrarsi dei ritardi di erogazione dei fondi a favore delle scuole paritarie e delle famiglie di alunni che le frequentano. Quei fondi annunciati, promessi, rinviati, sono forse in arrivo, dopo le notizie rassicuranti del ministro Tremonti in risposta ad una interrogazione alla Camera circa l’erogazione dei finanziamenti per l’anno 2001 e per il 2002. Il responsabile dell’Economia ha fornito rassicurazioni anche per quanto concerne le economie prodotte alla chiusura dell’anno 2002 – 105 milioni di euro – che saranno considerate in sede di assestamento del bilancio 2003.