
E calano i nati da madri italiane
Il calo delle nascite non può non impensierire, ma dentro la questione del decremento demografico c’è un problema nel problema: la diminuzione costante delle nascite italiane.
I nati da genitori italiani nel 2008 (anno record di nascite in Italia) erano stati mezzo milione, pari all’87,5% di tutti i nati dell’anno.
Da allora, come era già successo nel decennio precedente, è ricominciato inesorabile il calo costante dei nati italiani. Al ritmo di 10-14 mila nati italiani in meno all’anno si è arrivati nel 2015 a registrare complessivamente quasi 410 mila nati italiani (per l’esattezza, 409.558): dopo sette anni la differenza annua dei nati è stata superiore a 90 mila unità.
Dal 2008 al 2015 i nati italiani sono diminuiti del 18%, attestandosi all’85,4% del totale nati.
Rispetto ai nati stranieri la differenza sarebbe maggiore se nel frattempo non vi fosse stato uno stallo dei nati con cittadinanza non italiana.
A dimostrazione che la variabile dei nati stranieri, comunque, incide sensibilmente sul rapporto con i nati italiani vi è la situazione delle aree settentrionali dove nel 2015 i nati italiani sono stati il 79% delle nascite, mentre nel Mezzogiorno sono il 94-95% del totale.
Al nord nei prossimi anni almeno un alunno su cinque sarà straniero; poi, visto il costante calo dei nati italiani, nonostante la frenata di natalità, nei prossimi anni le scuole settentrionali saranno sempre più multietniche e multi religiose.
C’è un altro dato che gioca a sfavore dei nati italiani. Le madri italiane hanno mediamente un numero pro-capite di figli più basso di quello delle madri straniere: nel 2014 al Nord 1,4 figli per le madri italiane, 2,1 per le madri straniere.
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