Duello Tremonti-Moratti: chi perde è la scuola

Dopo gli aspri scontri in Consiglio dei ministri tra il ministro dell’Istruzione Moratti e quello dell’Economia Tremonti (v.TuttoscuolaNEWS n. 77 del 18 novembre 2002), le polemiche, un po’ più sopite, sono continuate all’esterno.
Il ministro Tremonti, in una trasmissione televisiva di qualche giorno fa, ha respinto le accuse e ha cercato di buttare acqua sul fuoco: la Finanziaria 2003, ha detto, contiene modesti tagli all’istruzione. Il servizio scolastico non è a rischio di compromissione.
La “verità” del ministro può sembrare a prima vista plausibile: rispetto alle ipotesi di drammatici tagli per la scuola circolate (forse fatte sapientemente circolare) alla vigilia del varo della Finanziaria, i tagli inseriti nella manovra sono stati fortemente ridotti, quasi contenuti – ha detto Tremonti – ad un intervento fisiologico.
Ma il ministro Tremonti forse fa finta di non ricordare le promesse elettorali della Casa delle libertà, e neanche (e qui la sua memoria si fa veramente corta) il piano di investimenti per l’istruzione da 8-10 miliardi di euro preannunciato dal ministro Moratti, ribadito dal presidente Berlusconi e di nuovo sollecitato recentemente al Senato in un ordine del giorno della maggioranza (v. TuttoscuolaNEWS n. 77).
Se confrontiamo gli investimenti annunciati con quanto previsto per la scuola da una Finanziaria che non è stata nemmeno capace di rinnovare i fondi per l’autoaggiornamento dei docenti, né di stanziare una cospicua somma per un piano straordinario per l’edilizia scolastica, la delusione non può che essere forte. Insomma, pochi tagli ma pochissimi investimenti. E la riforma Moratti va in alto mare.