Draghi: nel Mezzogiorno la qualità della scuola è bassa

Nelle considerazioni finali svolte all’Assemblea annuale del 31 maggio 2008 il Governatore di Banca d’Italia, Mario Draghi, ha riservato alcuni giudizi sulla qualità della scuola nel nostro Paese, esprimendo particolare preoccupazione per quella del Mezzogiorno.

Resta forte la differenza – ha detto Draghi – tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all’istruzione, dall’amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture“.

Il Governatore ha parzialmente salvato l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna, ma, nell’individuare campi di intervento in cui rendere efficace l’azione della pubblica amministrazione in tutte le aree del Mezzogiorno, ha indicato, come esempio, lo stato di bassa qualità dei servizi pubblici di quei territori, comprendendovi nuovamente l’istruzione. “Livello di apprendimento degli studenti, migrazioni verso gli ospedali pubblici di altre regioni, tempi di degenza e percentuali di guarigione, durata dei processi civili: questi sono esempi tratti dai campi in cui più si sente il bisogno di rilevazioni obiettive, sistematiche, frequenti, su cui misurare i progressi delle singole amministrazioni, stabilire un corretto sistema di incentivi, indirizzare le risorse pubbliche.

Quel dito puntato verso il Mezzogiorno, oltre a ricordare i dati del Rapporto di Tuttoscuola di un anno fa sulla qualità nella scuola, trova una preoccupante conferma negli interventi di Ernesto Galli della Loggia e di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera dei giorni scorsi, dove, parlando di Napoli e più in generale del sud, si afferma che “In quasi tutto il Sud è da sempre radicata l’idea che tocchi agli altri “risarcire” il Sud, risolvere i problemi della società meridionale….(però) nessuno è in grado di aiutare davvero un altro se quest’ultimo non aiuta se stesso per primo“.

Autonomia scolastica e federalismo fiscale possono essere gli strumenti per segnare una svolta nella qualità dell’istruzione nei territori meridionali?