Don Milani, ‘La scuola più bella che c’è’

Leggere “La scuola più bella che c’è” è un’esperienza di quelle che lasciano il segno e lo fanno per bene. Sfogliando le pagine che parlano di Lorenzo, Alice, Michele, Eda, Pipetta, Albano e tanti, tanti altri protagonisti si ha l’impressione di viaggiare nel tempo e conoscere realmente la storia e la vita di uomini reali che hanno amato, sofferto, pregato, servito.

Durante il centenario della nascita del sacerdote e maestro fiorentino Don Lorenzo Milani sono proliferate opere che da varie angolazioni hanno raccontato la storia incredibile della sua vita. C’è chi ha voluto sottolineare la dimensione profetica, chi il suo essere sacerdote, o maestro o, ancora, obbediente o disobbediente. Tutti hanno voluto, in qualche modo, raccontarci il “loro” Don Milani. In pochi avrebbero potuto prendersi la responsabilità di raccontarci un don Lorenzo a tutto tondo, senza trascurare aspetti prospettici personali, ma scegliendo contemporaneamente di narrare la storia di una vita che per gli autori è una vita nota, quasi familiare.

Dalle pagine del libro di Nicolini, Gesualdi e D’Elia emerge la storia vera e concreta del ricco Lorenzo che fu sorpreso a mangiare il pane dei ricchi nei quartieri dei poveri nella Firenze martoriata dalla guerra, le accuse di divisioni tra il suo popolo quando diventa preposto, le incomprensioni con una certa di parte della chiesa fiorentina e in chiaro-oscuro e molte altre storie note e meno dell’uomo, prete e maestro, che più di tutti ha contribuito a cambiare la scuola italiana.

Questo è proprio un libro da leggere, ci direte se avevamo torto o ragione. Ti prende per mano sin dalle primissime pagine, si rivolge a te in quanto insegnante, genitore o semplicemente essere umano e con un linguaggio chiaro e diretto ti fa entrare in contatto con un mondo che sembra non esserci più, ma che salendo ancora oggi a Barbiana si ha l’impressione di ritrovare. Un mondo fatto di lavoro, silenzi, testardaggine, passione e tanto, infinito amore. Ringraziamo autori e, in particolare, l’autrice per averci dato questo prezioso e delicato strumento di conoscenza e ci auguriamo che lo spettacolo teatrale da cui scaturisce questo libro “Cammelli a Barbiana” possa continuare ad essere messo in scena, soprattutto nelle periferie del mondo come direbbe papa Francesco e come crediamo piacerebbe a Don Lorenzo. Noi, in ogni caso, andremo sicuramente a vederlo.

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