Dispersione scolastica in calo nella secondaria di II grado

Al termine dell’ultimo quinquennio scolastico rilevato al 31 agosto scorso dal Portale unico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per la prima volta nella scuola secondaria statale di II grado la percentuale di abbandoni scolastici – misurata come differenza di iscritti tra il quinto anno e il primo anno 5 anni prima – è scesa sotto il 21% (esattamente al 20,4%). Infatti, dei 572.411 studenti che nel 2019/20 erano iscritti all’anno iniziale, cinque anni dopo, nel 2023/24, al termine dell’ultimo anno di corso risultavano presenti soltanto in 455.595: avevano, pertanto, abbandonato il percorso scolastico, per diverse ragioni, 116.816 studenti, pari, appunto al 20,4% di quanti lo avevano iniziato cinque anni prima.

Uno studente su 5, dunque, non ha terminato gli studi: una preziosa occasione perduta, e anche uno spreco di risorse.

Nel quinquennio precedente, terminato il 31 agosto 2023, gli studenti che avevano abbandonato erano stato 122.310 (il 21% dei 582.030 iscritti al primo anno nel 2018/19).

Andando a ritroso nel tempo, di quinquennio in quinquennio, il numero degli abbandoni e la corrispondente percentuale – come rilevato da Tuttoscuola dai dati ministeriali ufficiali – risultavano maggiori, a riprova che attualmente ci si trova di fronte alla situazione migliore di sempre, ben lontana dalla prima rilevazione operata da Tuttoscuola, quando, al termine del quinquennio 95-96/99-00, gli studenti dispersi erano stati 215.674, pari al 36,7% dei 588.402 iscritti al primo anno del 1995-96.

Da quel primo quinquennio rilevato (1995-1996/1999-2000) all’ultimo (2019-2020/2023-2024), cioè nel corso di 24 anni, sono stati iscritti complessivamente alle classi del primo anno quasi 15 milioni di studenti (esattamente 14.976.541), ma 4.266.138 di loro, pari al 28,5%, hanno abbandonato il percorso di studio.

Per quei 4milioni e 266mila dispersi è come se il loro banco di scuola da un giorno all’altro, da un mese all’altro o da un anno all’altro sia rimasto vuoto, mentre i loro compagni continuavano a studiare e i loro professori continuavano a insegnare. La scuola ha continuato a funzionare anche per loro, pur assenti; ha avuto costi anche per loro: costi vanificati dal loro abbandono.

Se si considera che il costo medio per studente, certificato per l’anno scorso dal MIM, è stato di 7.136 euro, si potrebbe stimare che per quei 4.266.138 studenti dispersi sono stati spesi virtualmente circa 30,5 miliardi anche per loro senza che ne traessero vantaggio. 

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