Dispersione scolastica in calo: meno studenti, ma più diplomati. I dati del CNEL

Un sistema scolastico che, pur alle prese con l’emorragia demografica, mostra segnali di miglioramento strutturale nella lotta alla dispersione, nella riduzione dei NEET e nell’innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta. È quanto emerge dalla Relazione annuale del CNEL sui livelli e la qualità dei servizi pubblici, inviata al Parlamento e al Governo in base alla legge 936/1986.

Meno alunni nelle scuole, ma il sistema tiene

Tra il 2019 e il 2024, il numero di alunni iscritti nella scuola primaria e secondaria si è ridotto di oltre 300mila unità. Un dato che conferma il peso del calo delle nascite sull’intero sistema educativo, imponendo nuove riflessioni su organizzazione, organici e sostenibilità delle scuole, soprattutto nei territori più fragili.

Dispersione scolastica sotto il 10%: mai così bassa

Il dato più incoraggiante riguarda però la dispersione scolastica: nel 2024, la quota di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente il percorso di studi si è fermata al 9,8%, scendendo per la prima volta sotto la soglia del 10%. Un traguardo storico, se si pensa che nel 2004 la dispersione toccava il 22,9%. Un miglioramento che testimonia l’efficacia delle politiche di contrasto, pur con ampi margini di intervento nelle aree più a rischio.

NEET in calo e più diplomati: segnali di fiducia

Anche il fenomeno dei NEET – giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano – mostra una significativa riduzione: dal 22,1% del 2019 al 15,2% nel 2024. Parallelamente, cresce la percentuale di giovani che raggiungono il diploma, contribuendo a un incremento complessivo del livello di istruzione.

Nel 2024, infatti, il 66,7% degli adulti tra i 25 e i 64 anni possiede almeno un diploma di scuola secondaria di secondo grado, contro il 62% del 2019. Un dato che segnala un processo di rafforzamento culturale della popolazione, destinato ad avere effetti anche sul piano occupazionale e sociale.

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