Dirigenti scolastici/2. Ma il DS italiano è dimezzato…

Secondo i sindacati le dichiarazioni del ministro Fioroni sulle responsabilità dei dirigenti scolastici in merito agli sprechi, alle diseconomie e alle difficoltà gestionali delle scuole sono ingiuste e sbagliate.
Le responsabilità, protesta per esempio la Flc-Cgil, non sono dei dirigenti scolastici ma dei ministri, non escluso lo stesso Fioroni, visto che “solo qualche mese fa il Ministro imputava i debiti contratti dalle scuole, per far fronte al pagamento delle supplenze, ai tagli del governo Berlusconi-Tremonti“, mentre ora invece scarica la responsabilità sui dirigenti scolastici (www.flcgil.it).
I sindacati difendono i dirigenti e il loro lavoro prestato nelle attuali condizioni, e in effetti l’autorità e le competenze oggi attribuite al dirigente scolastico italiano sono assai limitate, come inevitabilmente assai limitate finiscono per essere anche le loro responsabilità, quella “accountability” cui si sono appellati più ministri della P.I., a partire da Luigi Berlinguer, ma che per i nostri DS resta un richiamo lontano.
Basta dare un’occhiata alle competenze attribuite al DS in un Paese, come l’Inghilterra, patria della nozione di “accountability“. Attualmente il DS inglese (“Headteacher“, che fra l’altro mantiene anche parziali compiti di insegnamento):
– formula gli obiettivi generali della scuola e le modalità di attuazione;
– nomina il personale docente e non docente, insieme allo School governing body,
– è responsabile delle attività di sostegno, supervisione, valutazione e sviluppo professionale di tutto il personale, e ne certifica le competenze acquisite;
– mantiene i rapporti con il Ministero dell’Educazione, le Autorità educative locali, l’ispettore incaricato di ispezionare la scuola (ogni 4 anni);
– assicura il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza;
– gestisce, insieme allo School governing body, le risorse finanziarie della scuola,
– definisce orario, composizione delle classi, metodi, materiali didattici;
– è responsabile dell’applicazione del National Curriculum e dei programmi aggiuntivi.
Di tutto questo il capo d’istituto inglese risponde personalmente anno per anno: rischia il posto, ma ha responsabilità e competenze vere, non paragonabili a quelle di un DS italiano.