Dimensionamento: se la Provincia si impiccia delle competenze dei Comuni

Il dimensionamento della rete scolastica chiama in causa, per due livelli di competenza differenziati, le Province e i Comuni che hanno titolo ad intervenire rispettivamente per gli istituti superiori, da una parte, e per la scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di I grado, dall’altra.

Visto, però, che questa revisione del dimensionamento voluta dalla legge n. 111 di quest’anno riguarda il primo ciclo, sono i Comuni a dovere deliberare i nuovi assetti delle istituzioni scolastiche sulla base dei criteri generali decisi dalle Regioni.

Per la provincia di Roma il piano complessivo, relativo anche ad altri comuni, dovrebbe comportare una contrazione di 60 istituzioni scolastiche  (-15%) rispetto alle 408 funzionanti.

A Roma, però, a quanto sembra, la Provincia ha voluto dire la sua e, dopo aver visto il piano di massima del comune di Roma capitale, ha formulato una proposta di revisione del piano stesso, entrando nel merito del dettaglio.

Stupisce che la Provincia abbia formulato proposte correttive (che il Comune sembra pronto ad accogliere), perché, oltre a non avere competenza in materia, è difficile che possa avere conoscenza delle situazioni reali, tanto che nel dettaglio delle proposte emergono aggregazioni irrazionali, in ossequio, sembrerebbe, più all’obiettivo ragionieristico della quantità anziché a quello più razionale della funzionalità.