Di Menna (Uil scuola): no a ‘graduatorificio permanente’

 “La scuola non può essere un ‘graduatorificio permanente’, servono qualità, continuità, stabilità“, ha detto il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, prendendo lo spunto da un richiamo fatto dal presidente Renzi in materia di precariato.

Non ci soffermiamo – spiega Di Menna – sull’opportunità di seguire dei corsi, fatto assolutamente personale e talvolta anche utile. Quel che emerge dall’analisi di questi ultimi anni è il meccanismo che si è formato. Siamo in presenza di un sistema che ‘rincorre’ se stesso” perché  “tutte le persone inserite nelle graduatorie (che dal 2007 sono diventate ‘ad esaurimento’ e da allora non hanno avuto nessuna variazione nè di metodo, nè di punteggio)” stanno “da anni all’interno di sistema basato sull’accumulo di ‘punti’: 12 punti per l’abilitazione;  12 per ogni anno di servizio,  6 per il diploma, 6 per altra abilitazione e così via”.

Così stando le cose “Un’abilitazione, un corso o un ricorso possono fare la differenza, dare quello ‘scatto in più che porta alla stabilità. E allora se un insegnante fa un corso, lo fa anche un altro, e poi un terzo e così anche gli altri perchè nessuno passi avanti a nessuno. La stessa cosa accade se qualcuno decide di fare un master o di aggiungere al punteggio di  partenza la frequenza ad un corso di perfezionamento, o ancora intraprendere la strada del ricorso. Ad ogni ‘mossa’ ne corrisponde un’altra finalizzata ad accumulare punti, più punti degli altri. Una strategia che ha costi elevatissimi in termini di tempo, impegno e denaro”.

Questa ingiusta tassa sul precariato“, è la secca conclusione di Di Menna, “va eliminata”.