
Deve ripetere l’anno perché plusdotato: Tar annulla la bocciatura

Filippo (nome di fantasia), un ragazzino di 12 anni di Vicenza, è tornato in classe quest’anno, ma non si tratta di una semplice ripresa delle lezioni. Dopo essere stato bocciato alla fine dello scorso anno scolastico, la sua bocciatura è stata annullata dal TAR con una sentenza che segna una novità significativa per il sistema scolastico italiano. Filippo è uno studente plusdotato, un bambino con un Quoziente Intellettivo (QI) superiore a 130, che a causa della noia provocata dai programmi scolastici “regolari”, aveva perso ogni interesse per la scuola, portandolo al fallimento scolastico. A raccontare questa storia è il Corriere della Sera, edizione del Veneto.
Il caso ha suscitato grande attenzione, non solo per la vicenda personale del ragazzo, ma anche per le implicazioni che la sentenza ha per l’intero sistema scolastico italiano. A causa della sua condizione, Filippo si era trovato a vivere un’esperienza scolastica frustrante e demotivante. Alla fine dell’anno precedente, infatti, era stato bocciato. I genitori, preoccupati per la situazione, avevano deciso di fare ricorso al TAR, chiedendo che la bocciatura fosse sospesa in via cautelare. A settembre 2024, il TAR aveva accolto la richiesta, permettendo a Filippo di tornare a scuola senza esprimersi però nel merito della questione. Ora, con la sentenza definitiva, il tribunale ha annullato ufficialmente la bocciatura.
«Siamo molto soddisfatti», hanno dichiarato i genitori di Filippo. «Il nostro augurio è che quello che ci è accaduto possa essere d’aiuto a chi per timore o paura non affronta questo tipo di percorso. Speriamo che possa infondere il giusto coraggio alle famiglie che devono avanzare le dovute richieste alle scuole». Una dichiarazione che riflette la speranza che la vicenda di Filippo possa servire da esempio per altre famiglie che si trovano ad affrontare situazioni simili.
La sentenza, infatti, ha un’importanza storica, in quanto per la prima volta in Italia viene riconosciuto ufficialmente il diritto degli studenti plusdotati a un percorso didattico personalizzato. Il TAR ha stabilito che “l’ammissione alle classi successive è disposta anche se in sede di scrutinio finale viene attribuita una valutazione con voto inferiore a 6/10 in una o più discipline”, chiarendo che una bocciatura non può essere giustificata senza aver prima valutato se lo studente ha avuto la possibilità di recuperare adeguatamente. Nel caso di Filippo, il tribunale ha stabilito che non era stata data alcuna opportunità di recupero, né erano stati attuati i provvedimenti speciali previsti per gli studenti gifted, come quelli suggeriti dalla psicologa che lo seguiva. Tra le raccomandazioni, c’erano attività didattiche mirate, come limitare i compiti ricorrenti, utilizzare materiali integrativi e graduati in complessità concettuale, e favorire modalità di ragionamento divergente rispetto a quelle tradizionali.
In altre parole, la sentenza stabilisce che gli studenti plusdotati, come Filippo, necessitano di un percorso didattico pensato appositamente per loro, che tenga conto delle loro capacità cognitive superiori e che sappia stimolarli adeguatamente. Questa è una vera e propria rivoluzione per il sistema scolastico italiano, che per la prima volta è chiamato a riconoscere ufficialmente le necessità educative specifiche di questi studenti. Le indicazioni fornite nella sentenza sono chiare e dettagliate, e potrebbero costituire un precedente importante per futuri casi simili.
Filippo, che ora si appresta a completare gli ultimi mesi della scuola media, ha di fronte a sé la possibilità di proseguire il suo percorso scolastico con maggiore serenità e motivazione. Se riuscirà a superare positivamente l’esame finale, potrà finalmente lasciare alle spalle questa esperienza negativa, ma con una lezione importante per tutti: la necessità di adattare l’insegnamento alle diverse esigenze degli studenti.
L’avvocata che ha seguito il caso, Ermelinda Maulucci, ha espresso soddisfazione per l’esito del ricorso. «È bene che ci sia un cambiamento», ha affermato, «per Filippo e per la sua famiglia. Speriamo che una sentenza di questo tipo possa fare scuola e influenzare altre decisioni giuridiche riguardanti ragazzini spesso dimenticati dal sistema scolastico».
La vicenda di Filippo rappresenta quindi non solo una vittoria per lui e la sua famiglia, ma un passo importante verso il riconoscimento dei diritti degli studenti gifted in Italia. Con questo precedente, si spera che in futuro altre scuole e istituzioni possano rendersi conto dell’importanza di offrire un’educazione inclusiva, capace di valorizzare e stimolare anche gli studenti con un potenziale intellettivo superiore alla norma, garantendo loro opportunità di crescita adeguate.
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