Delega valutazione, votato parere in Senato: restano voti in decimi e Invalsi come criterio di ammissione

Arriva il parere definitivo in Commissione Istruzione del Senato sullo schema di decreto sulla Buona Scuola per la riforma del sistema di valutazione scolastico. Resta la votazione numerica e la prova Invalsi come criterio di ammissione agli esami di maturità e di terza media. Movimento 5 Stelle insoddisfatto. I decreti legislativi attuativi della legge 107, attualmente al vaglio delle commissioni parlamentari, devono ottenere il parere del Parlamento entro il 17 marzo.

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Lo scherma di decreto sulla Buona Scuola per la riforma del sistema di valutazione scolastico è un provvedimento scritto male, anche dal punto di vista formale, nel quale sono presenti alcuni aspetti positivi e migliorativi che però sono minoritari rispetto a un provvedimento che denota mancanza di coraggio da parte del governo: ci sono molti, troppi, vuoti. Troppi aspetti della valutazione non sono stati inseriti in uno schema che rappresenta purtroppo una nuova, ulteriore occasione mancata per migliorare un aspetto così importante del sistema d’istruzione”. Queste le parole dei parlamentari del M5s in commissione Cultura di Camera e Senato. 

Tra gli aspetti negativi di questo schema il più importante è quello relativo all’Invalsi hanno poi affermato i parlamentari – se è vero che è stata eliminata la prova d’esame sia nella scuola secondaria di primo e secondo grado, questo provvedimento, positivo, è stato completamente oscurato dal fatto che la prova Invalsi è stata inserita come requisito di ammissione agli esami di questi due cicli scolastici. Una decisione assurda e che contestiamo in toto dal momento che perché questa prova ha una funzione  di monitoraggio della didattica, non è un requisito per l’ammissione agli esami di Stato“.

Altra criticità non risolta in questo schema di decreto è il fatto che il sistema di valutazione, nel primo ciclo d’istruzione, resta in decimi. Un approccio che contestiamo perché siamo da sempre stati favorevoli a un modello nel quale la scuola si doti di strumenti educativi e formativa, non  selettivo-punitivi“.

Ricordiamo comunque che l’ultima parola spetta alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che riceverà nei prossimi giorni i pareri e entro la fine del mese presenterà il testo definitivo del decreto, la cui applicazione è prevista a partire dall’anno prossimo.