
Decreto semplificazioni. Rammarico al Senato, ma cè di più
Al Senato, dove è prossima la conversione in legge del decreto sulle semplificazioni, si giocano definitivamente le sorti delle norme relative alla scuola, anche se tutto fa pensare che sarà difficile che vengano apportate modifiche.
La Commissione Istruzione di palazzo Madama, pur dando il via libera al provvedimento, ha espresso rammarico e ha chiesto un approfondimento su un aspetto del provvedimento che sembra contradditorio.
Da una parte si afferma che le dotazioni organiche verranno determinate “sulla base della previsione dell’andamento demografico della popolazione in età scolare”; dall’altra si conferma che le dotazioni organiche “non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche determinata l’anno precedente”.
Le considerazioni della Commissione si basano sulla convinzione (probabilmente fondata) che nel prossimo triennio vi sarà un aumento della popolazione scolastica, a cui non dovrebbe far seguito, però, un parallelo incremento di posti di docente. O addirittura – questo è un altro timore – vi potrebbe essere un aumento di classi senza aumento di docenti.
La valutazioni si basano su un rapporto causa-effetto elementare: aumento di alunni = aumento di classi e docenti. In parte questo è vero, ma forse, ci potrebbe (o dovrebbe) essere un altro meccanismo di compensazione.
L’andamento demografico, come dimostrano anche i dati pubblicati dal Miur, ha segni opposti sul territorio: la popolazione scolastica è in continuo calo nel Mezzogiorno, mentre è in aumento costante nel Nord e nel Centro del Paese.
Su questa base dovranno aumentare i posti di organico là dove aumenta il numero degli alunni; dovranno diminuire dove cala il numero degli alunni. Politica degli organici vuole dire anche compensazione tra i territori.
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