Decreto Carrozza/2. Il pasticcio del bonus

Abbastanza sorprendente è apparsa anche la decisione, contenuta anch’essa nel decreto Carrozza, di sopprimere il ‘bonus maturità’ già da quest’anno.

Il ministro ha spiegato di averlo fatto anche per evitare i preannunciati ricorsi, e ha comunicato di aver istituito un’apposita commissione per studiare il problema.  Il rischio è che i ricorsi ci saranno lo stesso, e saranno fatti dagli studenti ‘bravi’ danneggiati dall’imprevista soppressione immediata del bonus, a maturità appena sostenuta. Ma soprattutto il ministro si è esposta alla critica di coloro che pensano – come Antonio Polito che ha parlato di “scippo” in un editoriale del Corriere della Sera – che non è corretto, ed è anzi profondamente diseducativo, cambiare le carte in tavola a partita iniziata, e addirittura quasi conclusa. Meglio sarebbe stato riflettere sulle critiche e sulle motivazioni dei ricorsi, esaminare gli esiti e le problematiche di quest’anno e preparare una ricetta migliore per l’anno prossimo.

Si sa – Tuttoscuola l’ha evidenziato già con il primo ‘Rapporto sulla qualità nella scuola’ (2007) – che esistono grandi squilibri settoriali e territoriali nell’assegnazione del voto di maturità. E perciò, sempre che venga confermata la scelta di tenerne conto nel calcolo del punteggio complessivo dei test universitari, ci sembra giusto che vengano individuati correttivi che pongano riparo a questa evidente stortura.

Tra questi potrebbero essere presi in considerazione:

– la fissazione di parametri standard, consistenti in griglie e criteri di correzione idonei a limitare la soggettività locale delle valutazioni riguardanti prove nazionali;

– la diffusione di una cultura docimologica condivisa tramite un apposito piano nazionale di formazione dei docenti.

– l’introduzione di una prova nazionale all’ultimo anno delle superiori (all’interno o all’esterno dell’esame di maturità);