
Al via il ddl per alunni plusdotati. Valditara: ‘Risorsa straordinaria per il Paese, troppo spesso non vengono riconosciuti’

Lo scorso 8 ottobre il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge sulle “Disposizioni in favore degli alunni e degli studenti ad alto potenziale cognitivo” (DDL n. 180, primo firmatario il senatore vicentino Pierantonio Zanettin, FI), che finalmente recepisce, come hanno già fatto da tempo altri Paesi europei, la Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1994. Il provvedimento passa ora alla Camera.
Molto positivo il giudizio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha definito il ddl “Un passo decisivo verso una scuola capace di valorizzare i diversi talenti dei giovani”, affermando che gli alunni ad alto potenziale cognitivo, pur essendo “una risorsa straordinaria per il Paese, troppo spesso non vengono riconosciuti e sostenuti adeguatamente”, e che con questo ddl si afferma il principio fondamentale che “nessuno deve esser lasciato indietro, ma allo stesso tempo nessuno deve essere limitato rispetto al proprio potenziale. La personalizzazione della didattica è la chiave per permettere a ogni giovane di esprimersi al meglio”.
Il testo approvato non è immediatamente esecutivo perché prevede che il governo sia delegato ad adottare i decreti legislativi idonei a garantire il diritto allo studio e la personalizzazione dei percorsi formativi. Sarà istituito un Comitato tecnico-scientifico congiunto tra il MIM e il Ministero della Salute, incaricato di definire criteri e modalità di riconoscimento degli alunni ad “alto potenziale cognitivo” (Apc), e sarà predisposto anche un Piano triennale per la formazione dei docenti.
Tra le motivazioni portate a sostegno del provvedimento c’è che tra gli alunni apc, al di là di quelli con elevato quoziente intellettivo (QI > 130), ce ne sono anche altri talentuosi, creativi, precoci o con un pensiero divergente e una forte curiosità, che dal punto di vista emotivo possono essere fragili, soffrendo di ansia da prestazione o di frustrazione per il fatto di non poter esprimere pienamente le proprie potenzialità. Per questi alunni servono percorsi didattici non standard, capaci di stimolarli. Ma è necessario che gli insegnanti siano formati per assolvere questo compito, che appare impegnativo almeno quanto quello di aiutare gli alunni in difficoltà.
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