‘Dall’eco-sistema sociale alla scuola: creare condizioni di Ben-Essere’, un convegno per una scuola accogliente e competente
Verrebbe da chiamarli sognatori o, con un tono vagamente naif, ultimi romantici. Se invece vogliamo usare uno sguardo più scientifico, potremmo dirli innovatori. Parliamo degli oltre duecento partecipanti al convegno in partnership con Tuttoscuola “Dall’eco-sistema sociale alla scuola: creare condizioni di Ben-Essere” svolto nella prestigiosa sala della Protomoteca in Campidoglio lo scorso 16 aprile 2024. Tra i relatori e le relatrici intervenute possiamo annoverare ex Ministre dell’Istruzione come Valeria Fedeli, Presidenti di organismi statali come l’INDIRE nel caso di Cristina Grieco, docenti universitarie come Beate Weyland, Assessori (al comune di Parma) come Beatrice Aimi, medici come Stefania Bernardini e Dirigenti scolastiche come Lidia Cangemi, anima, motore e cuore della giornata di studio, insieme a campioni dello sport, giornalisti e centinaia di docenti che con passione e curiosità hanno seguito i lavori del convegno.
Il filo rosso che ha attraversato gli interventi è legato al desiderio di una scuola diversa da quella autoritaria e trasmissiva, dimostrando ampiamente che è possibile pensare, e anche realizzare, una scuola accogliente e competente, capace di far star bene gli studenti e i docenti che la vivono, attraverso la costruzione di legami di fiducia e la condivisione di buone prassi.
La parte del leone, a proposito di buone prassi, l’ha fatta senz’altro l’approccio conosciuto come DADA, cioè le “Didattiche per Ambienti di Apprendimento” una modalità di pensare la scuola attraverso una diversa struttura degli ambienti, che permette agli studenti di avere spazi dedicati e curati all’interno della scuola. Un’attenzione a quello che Loris Malaguzzi chiamava il terzo educatore, cioè lo spazio, inteso come luogo che può generare bellezza e benessere, se curato e condiviso.
Inutile dire che assistere a tanta cura e bellezza ha entusiasmato i presenti, che hanno avuto finalmente la possibilità, all’interno di una quotidianità scolastica fatta di bandi PNRR e adempimenti burocratici, di rimettere al centro della scuola il pensiero educativo e pedagogico che di fatto la caratterizza e di approfondire quella dimensione di cura, diremmo con Don Milani quell’ “I care” che dà senso al nostro essere docenti, insegnanti, educatori.
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