Dalla morte di Lorenzo alle manganellate nel corteo e alla nuova maturità: può saltare la polveriera degli studenti

La morte di Lorenzo ha dato luogo nei giorni scorsi a manifestazioni del mondo studentesco. Molti studenti in diverse città sono infatti scesi in piazza la scorsa settimana, dopo che il diciottenne è deceduto in una fabbrica di Udine, mentre concludeva il suo stage/tirocinio; molti hanno manifestato scandendo lo slogan “Di scuola-lavoro non si può morire“.

Nelle manifestazioni di Torino, Roma e Milano ci sono stati anche scontri e cariche delle forze dell’ordine che hanno contribuito a riaccendere la protesta e acuire il malessere tra molti studenti, già stressati dagli effetti della pandemia.

A gettare benzina sul fuoco della protesta è arrivata ora la notizia della maturità che ritorna al passato delle prove scritte, contro le quali già nelle settimane scorse i movimenti degli studenti, paventando un possibile cambiamento della sola prova orale con discussione della tesina delle ultime maturità, avevano dato evidenti segni di preoccupazione e insofferenza,

Per venerdì 4 febbraio sono state annunciate in tutta Italia manifestazioni studentesche per esprimere solidarietà per la morte di Lorenzo, chiedere un cambiamento dell’alternanza scuola-lavoro e maggiore sicurezza nelle scuole.

Dopo le notizie sulla maturità 2022, le motivazioni inziali delle manifestazioni quasi certamente lasceranno posto prioritariamente al tema caldo del nuovo esame.

Ci sono, purtroppo, tutte le premesse per innescare reazioni pericolose nella polveriera surriscaldata del mondo studentesco.

Affinché l’annunciata mobilitazione non degeneri, è necessaria un’azione di prevenzione che apra un dialogo con gli studenti ed eviti che le situazioni possano sfuggire di mano.

È auspicabile un intervento del ministro Bianchi che ascolti e rassicuri. 

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