Dal letto d’ospedale al banco dell’esame: la maturità nei reparti di lunga degenza
Tra i candidati alla maturità ci sono anche loro, i ragazzi in ospedale ricoverati nei reparti di lunga degenza, in attesa di una guarigione che tarda ad arrivare e in cura per debellare una malattia che insidia il giovane fisico.
Non ci sono dati che consentano di quantificare questi atipici candidati alla maturità, anche perché taluni hanno dovuto lasciare molto recentemente gli studi a casa loro e sono stati spedalizzati da poco, giusto in tempo per essere aggregati alle commissioni costituite presso scuole della città in cui sono ricoverati e affrontare da candidati esterni le prove d’esame.
Normalmente li hanno in cura il “Gaslini” di Genova e il “Bambini Gesù” di Roma (o altri presidi ospedalieri), e in quelle città sono costretti a sostenere gli esami presso qualche scuola locale.
Ma quasi sempre vengono da lontano, da città distanti centinaia e centinaia di chilometri. Sono ragazzi sradicati dal loro ambiente di vita, dai loro compagni, dagli affetti familiari. Vivono, quindi, una situazione di solitudine, aggravata dalle condizioni precarie di salute. Hanno gli stessi sogni dei loro coetanei, tanta voglia di vivere e di guarire.
La giovane età li aiuta a guardare con speranza al futuro, dove intendono arrivare integri, dopo avere vinto la malattia che li tiene ancora prigionieri.
L’augurio di Tuttoscuola, anche a nome dei tanti lettori della rivista, vuole essere non solo un incoraggiamento a superare le prove d’esame e quelle contestuali della malattia, ma anche un’attestazione di stima per il coraggio e l’impegno a sapere vivere, senza piegarsi, la quotidianità della sofferenza. (S.G.)
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