Crisi di governo. L’eredità di Fioroni

Il bilancio dell’attività svolta, a volte con ritmi frenetici, dal ministro Fioroni è nel complesso abbastanza consistente: si va dalle nuove norme sugli esami di Stato a quelle sul recupero dei debiti, dalle modifiche “cacciavitesche“, ma spesso rilevanti, alla riforma Moratti – si pensi all’obbligo di istruzione decennale e alla soppressione dei licei tecnologico ed economico – alle disposizioni contro il bullismo e i prof “fannulloni“.

Ma con la crisi politica in atto un certo numero di operazioni avviate da Fioroni rischiano di non potersi concludere, o di entrare in una zona d’ombra fatta di incertezze e di possibili cambi di direzione da parte di chi si troverà a gestire l’eredità dell’attuale ministro nella prossima legislatura, sempre che non sia lo stesso Fioroni a subentrare a se stesso, se si formerà di nuovo un governo di centro-sinistra.

Ma anche in quest’ultimo caso non mancherebbero le difficoltà, soprattutto sul versante economico. Non è certo, per esempio, il destino delle 120 mila assunzioni previste dall’attuale governo per il 2008 e il 2009, anche se erano contemplate dalla Finanziaria del 2007. Per l’attuazione occorrerà un decreto del futuro ministro dell’economia che potrebbe non confermare tale scelta.
Il quadro macroeconomico il cui si muove il nostro Paese non è affatto rassicurante, e certamente la crisi di governo non ha migliorato la situazione.

Un discorso analogo si può fare per altre categorie, come gli insegnanti di sostegno, e per altre operazioni programmate su scala pluriennale, come gli interventi per lo sviluppo del tempo pieno e per l’integrazione degli alunni stranieri.