Tuttoscuola: Non solo statale

Costo medio e costo standard

Sull’adozione del costo medio per studente (CSM) come parametro per stabilire se un ente non economico come una scuola paritaria sia assoggettabile o meno alla tassazione Imu-Tasi è in corso un vivace dibattito, come riferito anche nella Newsletter di Tuttoscuola di questa settimana.

Sul tema pubblichiamo qui di seguito una nota tecnica di suor Anna Monia Alfieri, presidente Fidae Lombardia, che dell’argomento si è occupata in recenti seminari e convegni.

 

Il Costo Medio per Studente schierato dal Decreto IMU è un parametro interessante e vitale poiché è un indice capace di leggere in modo realistico la singola realtà scolastica. Il Corrispettivo Medio, che è la media del contributo al funzionamento richiesto alle famiglie, è un parametro che tiene conto delle agevolazioni totali o parziali che la scuola applica alle famiglie, che altrimenti non potrebbero esercitare la loro scelta. Scuole che scelgono in tal modo di non trasformarsi in vasi conduttori di ingiustizia sociale.

Il Costo Medio per Studente, che è la risultanza dei Costi Totali (Costi fissi + Costi variabili)/ il numero degli studenti, è ovviamente inversamente proporzionale al numero degli studenti. Tale Costo è definito un costo reale: ad esempio, se prendo in esame quattro scuole avrò probabilmente 4 costi medi differenti. Un passaggio ulteriore è offerto dal Costo Standard, definito anche “costo ipotetico”, cioè la risultanza di alcune ipotesi di efficienza di un modello organizzativo.

Il Costo Standard è funzionale a far evolvere il costo medio – di solito è superiore – poiché indirizzato a far superare tutte le inefficienze.

E’ un passaggio fondamentale, questo, funzionale non solo ad una corretta gestione della scuola pubblica (e, a monte, della cosa pubblica), ma anche ad aprire concretamente la strada perché sia riconosciuto anche in Italia – si dà il caso, all’inizio del nostro semestre di presidenza europea – il diritto fondamentale di educare la prole nella massima libertà, in una scuola pubblica (cioè controllata, garantita dallo Stato, utile a tutti) non importa se statale o paritaria, potendo scegliere nell’ambito di una pluralità di offerta formativa. Chi paga le tasse deve poter scegliere. Lo Stato garantisca, non gestisca: non gli conviene.

Le conseguenze? Salutari e corroboranti per la salute delle finanze statali, per la qualità del Sistema, per la soddisfazione del Genitore: 1) una buona e necessaria concorrenza fra le scuole sotto lo sguardo garante dello Stato; 2) l’innalzamento del livello di qualità del sistema scolastico italiano con la naturale fine dei diplomifici e delle scuole che non fanno onore ad un SNI d’eccellenza quale l’Italia deve perseguire per i propri cittadini; 3) la valorizzazione dei docenti e il riconoscimento del merito, come risorsa insostituibile per la scuola e la società; 4) l’abbassamento dei costi e la destinazione di ciò che era sprecato ad altri scopi. Si rompe il meccanismo dei tagli, conseguenti a sempre minori risorse (perché sprecate), che producono a loro volta altro debito pubblico. Pare poco?

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