Consulta, prime notizie dall’udienza sui precari

Avviata questa mattina l’udienza in Corte Costituzionale per affrontare il nodo dei contratti a tempo determinato reiterati nella scuola.

Come riferisce l’Agenzia ANSA, la Corte Costituzionale, sulla scorta di sei ordinanze dei tribunali

di Trento, Vibo Valenzia e Roma deve valutare la legittimità delle norme contenute nella legge 124/1999 sulle supplenze anche alla luce di quanto deciso dalla Corte di Giustizia Europea.

La vicenda riguarda in maniera tangente anche la riforma della Buona Scuola, la 107/2015, più volte evocata durante l’udienza, sebbene la norma non sia in discussione.

Il primo a farlo è stato lo stesso giudice relatore, Giancarlo Coraggio, ricordando che sono stati 86mila i docenti stabilizzati a seguito della sua entrata in vigore.

Un numero elevato, ma che non copre l’intera platea, hanno ricordato i legali dei docenti che hanno fatto ricorso in tribunale, gli avvocati Sergio Galleano e Vincenzo De Michele, secondo i quali la riforma “non ha risolto il problema”.

“Non tutti coloro che hanno fatto 36 mesi o diversi anni di insegnamento – ha evidenziato Galleano – sono stati stabilizzati: molti sono rimasti fuori. E anche il concorso non risolve il problema, perché non c’è una sanzione per chi ha commesso un abuso” ricorrendo a ripetuti contratti a termine.

C’è poi “l’assurdità della triennalità” prevista dalla riforma per cui “non si può più assumere chi ha superato i 36 mesi, il che implica il ricorso a nuovi insegnati, l’aumento del precariato e la dispersione dell’esperienza nell’insegnamento”.

Secondo De Michele, inoltre, “se la Corte non interviene, si creerà un caos giudiziario con richieste di risarcimento alla Corte di Strasburgo contro lo Stato italiano per violazione della normativa comunitaria”.

Opposta la visione dell’avvocato dello Stato, Gabriella D’Avanzo, che ha difeso l’attuale impostazione delle norme, sostenendo che anche le misure introdotte dalla ‘buona scuola’ “recepiscono le direttive europee” e “puntano fin dall’anno scolastico 2016-2017 alla totale esautorazione delle graduatorie” mettendo in atto un “piano straordinario di assunzioni di 86mila unità” e “tre concorsi che consentiranno l’immissione di 65mila docenti”.

La situazione va quindi valutata alla luce delle “misure complessive” che intervengono con “una sorta di stabilizzazione programmata”.

D’Avanzo ha chiesto quindi che la questione sia dichiarata infondata.

Avevano chiesto la parola anche i legali di Cgil, Gilda-Unams e Codacons, ma essendosi costituiti tardivamente, gli interventi non sono stati ammessi.

Nel pomeriggio la Corte dovrebbe discutere il caso, ma non è detto che la decisione arrivi già oggi.