Concorso docenti PNRR 1: prove annullate in 5 regioni. Il MIM: ‘Nessun rischio per il concorso’

La recente sentenza del TAR Marche ha avuto un impatto significativo sul concorso docenti PNRR 1, destinato all’assunzione di circa 20.000 docenti. Annullate le prove dei docenti di laboratorio nelle scuole secondarie di Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Umbria. La causa principale dell’annullamento? La violazione del principio di anonimato durante la prova pratica, in cui ai candidati era stato chiesto di scrivere il proprio nome e cognome sui fogli di risposta. Rapida è arrivata la precisazione del MIM: Nessun rischio per il concorso docenti PNRR”.

“Il concorso interessato dalla sentenza del Tar delle Marche – ha infatti spiegato una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito – si riferisce ad una classe di concorso per insegnante tecnico pratico (A022) gestito dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche per un totale di 60 posti (Abruzzo 2, Emilia-Romagna 27, Marche 8, Puglia 14, Umbria 9). I candidati che hanno superato la prova scritta sono stati 174 e al 13/2 risultano a fascicolo 50 assunzioni in ruolo. Il TAR ha stabilito nella sentenza che dovrà essere ripetuta la prova pratica in quanto sarebbe stata violata la regola dell’anonimato. Pertanto – ha concluso il MIM -, il rifacimento della prova pratica e dell’orale interesserà i 174 candidati che hanno superato la prova scritta, senza alcuna ripercussione sulle immissioni in ruolo già effettuate per l’anno scolastico 2024/2025 e sul complesso delle procedure PNRR, stante anche l’esiguità dei numeri relativi alla procedura interessata dalla sentenza”.
In realtà risulta che la cdc interessata dalla sentenza del Tar sia la B22, probabilmente si tratta di un errore di battitura.

Concorso docenti PNRR 1: violato il principio di anonimato

Il concorso, gestito a livello interregionale per le regioni coinvolte, ha visto l’Ufficio scolastico delle Marche organizzare la prova pratica a Porto Sant’Elpidio, lo scorso maggio. La commissione, incaricata della valutazione, aveva fissato la prova per i candidati della classe di concorso B022 (Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali) come una prova scritta. Tuttavia, il TAR ha rilevato che l’inserimento dei dati anagrafici nei fogli di risposta, senza motivazioni giustificabili, ha compromesso l’anonimato.

Nel concorso pubblico, il principio di anonimato è essenziale per garantire l’imparzialità della valutazione, evitando che i membri della commissione possano essere influenzati dalla conoscenza dell’identità dei candidati. In questo caso, la prova avrebbe dovuto essere trattata come una scritta, e per tale motivo la legge imponeva che rimanesse anonima.

Concorso docenti PNRR 1: prove da ripetere

Con l’annullamento delle prove pratiche nelle Regioni sopra elencate, il Ministero dell’Istruzione è stato obbligato a ripetere le selezioni. I candidati dovranno sostenere nuovamente la prova pratica, seguita dalle prove orali, e verrà stilata una nuova graduatoria dei vincitori, con effetto a partire dal prossimo anno scolastico.

Un precedente in Lombardia

Quella del TAR Marche non è la prima sentenza che riconosce la violazione del principio di anonimato. Il 9 febbraio 2024, il TAR Lombardia aveva riscontrato lo stesso problema in un altro concorso, annullando la prova pratica dei candidati per la stessa ragione: la richiesta di inserire i dati personali negli elaborati. Anche in quel caso, i candidati avevano dovuto ripetere la prova pratica il 16 dicembre.

Il principio di anonimato nei concorsi pubblici

Il rispetto del principio di anonimato nei concorsi pubblici è regolato dal D.P.R. n. 487/1994, il quale stabilisce che i candidati devono rimanere anonimi fino al termine della valutazione delle prove. Questo provvedimento mira a garantire che la valutazione avvenga senza pregiudizi e influenze esterne. In caso di violazione, la giurisprudenza ha chiarito che la procedura diventa automaticamente illegittima, anche se non vi è stato un danno concreto alla valutazione.

Se una prova pratica si configura come scritta, l’obbligo di anonimato resta valido, indipendentemente dalla denominazione attribuita dall’amministrazione. Il rispetto di questo principio è essenziale per assicurare che le prove siano valutate in modo imparziale e corretto.

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