
Il problema dei compiti a casa è scoppiato in Francia con la proposta dei genitori di non farli svolgere per due settimane. In Italia vi sono state reazioni pro e contro la proposta.
Il ministro Profumo si è dichiarato sostanzialmente a favore della linea francese, auspicando che i ragazzi vivano di più le loro esperienze conoscitive in gruppo e stiano il meno possibile da soli nella “cameretta”.
L’AGe, l’Associazione dei genitori, ha auspicato che la questione non venga regolamentata dall’alto e che siano i docenti con le famiglie a regolare la questione.
Il prof. Israel ha dichiarato che i compiti a casa possono avere valore formativo, perché abituano i ragazzi alla riflessione personale e all’impegno.
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