Commissari d’esame, perché fare i giustizieri?

In risposta all’intervento di Salvatore Provenzani , ci ha scritto la nostra lettrice Maria Proto. Ne pubblichiamo volentieri la replica.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Mi spiace dissentire dal collega Provenzani.

Da parecchi anni faccio parte delle commissioni d’esame, sia come commissario interno sia come commissario esterno, e quello che ho notato è:

§ che in sede d’esame il rendimento degli studenti è inferiore alla loro reale preparazione;

§ che certe lacune non si recupereranno mai con la bocciatura all’esame di stato;

§ che anche noi insegnanti, volontariamente o involontariamente, a volte trascuriamo la funzione di docenti-educatori;

§ che si potrebbero evitare situazioni imbarazzanti per tutti se “semplicemente” si convocassero commissari che insegnano la disciplina oggetto d’esame;

§ che, ho ricevuto un compenso irrisorio per un lavoro impegnativo svolto in aule torride che rendono i commissari sicuramente poco efficienti.

Per tutti questi motivi non mi sento di sentenziare sulle valutazioni d’esame e rimango del parere che il giudizio non possa derivare dall’esame “sterile” di un elaborato. Esso dovrà scaturire dall’esame completo del candidato (crediti, media scolastica dell’anno, sua presentazione da parte dei commissari interni, colloquio). In ogni caso nessuno è perfetto e tutti siamo criticabili.

Maria Proto

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I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.