Dopo l’emanazione del decreto ministeriale del 14 luglio “salva-commissioni”, gli USR stanno emanando una raffica di provvedimenti di nomina di esperti da utilizzare come aggregati per lingue o per informatica.

Il decreto ministeriale autorizza a nominare eventualmente esperti (sembra di capire) anche esterni al mondo della scuola. Autorizza inoltre la sostituzione di presidenti o commissari in deroga ai requisiti previsti (anzianità minima d 5 anni di ruolo), nominandoli, se necessario, d’ufficio (in gergo non burocratico significa precettazione).

I provvedimenti regionali per la sostituzione di membri delle commissioni che al 19 luglio, come ha puntualmente accertato Tuttoscuola, avevano raggiunto l’incredibile cifra di 450 (!), sono destinati a salire vertiginosamente verso quota 500 e oltre: un livello patologico che ha sicuramente tra le sue cause l’incognita dei compensi per il lavoro di commissione, carico di impegno e responsabilità.

Sulla misura dei compensi, attesi come prevede la legge, al massimo entro la fine di giugno, il ministro Giannini ne ha assicurato l’emanazione entro fine luglio (con un mese di ritardo). “Stiamo lavorando e il decreto sarà pronto entro il 31 luglio, nel pieno rispetto dei tempi: il pagamento è previsto a fine lavori e non c’è nessun elemento che possa indurre timori e polemiche“, ha rilevato il ministro.

 E’ certamente vero, come dice il ministro, che il pagamento è previsto a fine lavoro, ma è altrettanto vero che la misura del compenso va definita anticipatamente. E il rispetto dei tempi era, per legge, quello del 28 giugno.

E’ forse far polemica, come sostiene il ministro, chiedere di conoscere l’entità del compenso atteso inutilmente da tempo? E’ forse far polemica rilevare che alcune centinaia di commissari hanno rinunciato all’incarico anche per l’incognita del compenso e per la mancanza di una risposta sicura, annunciata e mai arrivata?