Come tornare in classe: proposte per una scuola al tempo del Covid-19

Fra le varie ipotesi su come avviare l’anno scolastico, i genitori di A.Ge. Toscana avanzano una proposta che sembra riuscire a conciliare le istanze di amministrazioni e famiglie per far rientrare tutti a scuola a settembre con i paletti posti dal Comitato tecnico scientifico nel documento del  28 maggio scorso, in merito alle ripresa delle attività didattiche, con in più  il vantaggio di poter essere attuata in qualsiasi contesto scolastico.  

La soluzione proposta dall’Associazione genitori A.Ge. Toscana prevede una turnazione settimanale di tutti gli alunni, con sanificazione nella giornata di sabato, e collegamento in diretta con i compagni di classe che seguono in quel momento le lezioni da casa. Questo senza trascurare la richiesta di qualità nella didattica, aldilà di qualunque tecnicismo.

Partendo dal vincolo di non più di 10 alunni per classe, posto dal Comitato tecnico scientifico, che di per sé indurrebbe l’esigenza di triplicare il numero di aule e di docenti, A. Ge. Toscana propone di suddividere le classi in gruppi omogenei da far avvicendare con cadenza settimanale, in modo da consentire a tutti di frequentare e di rimanere in costante contatto con i propri insegnanti e la propria classe.

Così la Didattica a distanza verrebbe effettuata in contemporanea con la lezione in classe, con il valore aggiunto di avere una parte degli alunni in presenza. I gruppi dovrebbero essere definiti a priori dai docenti e non essere modificabili su istanza delle famiglie, per evitare inutili conflitti e/o contagi incrociati. Si sana in questo modo l’esigenza ministeriale di mantenere invariati (o quasi) gli organici e la carenza di locali scolastici, ma i genitori ne saranno soddisfatti? “Indubbiamente chi deve tornare a lavoro si troverà in difficoltà – afferma Rita Manzani Di Goro, presidente di A.Ge. Toscana – ma altre soluzioni realistiche non si intravedono. Penso che nessuno auspichi una seconda ondata dell’epidemia, o voglia vedere a rischio la salute dei propri cari, e d’altra parte non ci sono le aule e i docenti indispensabili per rientrare tutti in sicurezza. Ciò cui possiamo concretamente puntare è una parte di scuola in presenza, con lezioni normali, e per il resto una Didattica a distanza di qualità. Le scuole debbono mettere tutti gli alunni in grado di fruire della DAD, fornire strumenti, connessione, assistenza in modo da sanare le evidenti disparità che si sono verificate in questi primi mesi di scuola a distanza: risorse ne sono arrivate in abbondanza e debbono essere utilizzate. Poi occorrono più collaboratori scolastici, per garantire la sorveglianza e la pulizia necessarie”.

Fra le richieste avanzate dall’Associazione genitori A.Ge. Toscana il potenziamento della flessibilità del lavoro per chi ha figli e le misure a sostegno delle famiglie (congedi, estensione bonus baby sitter, incentivi ai datori di lavoro che favoriscono le turnazioni e lo smartworking; temporaneo cambiamento di mansioni a richiesta).

Altro elemento di punta quello delle turnazioni in ingresso: la proposta per le superiori è di lezioni di 40’-45’ con uno scaglionamento in ingresso in tre turni fra le 7,30 e le 9,00. Unito alla turnazione dei gruppi-classe, questo comporterebbe la riduzione degli studenti sui mezzi pubblici a 1/9 del flusso normale, con un notevole impatto sull’affollamento di tali mezzi nelle ore di punta. Viene suggerita una deroga speciale per gli studenti che abitano a oltre mezz’ora di viaggio dalla scuola, i quali potrebbero scegliere se e in quali giorni del loro turno frequentare in presenza ovvero fruire della didattica a distanza.

Per la primaria e l’infanzia sono invece previsti ingressi differenziati con intervalli di 15’ circa.“Il nodo cruciale saranno i nidi e le scuole dell’infanzia – dichiara Vito Colella, presidente di A.Ge. Castelfiorentino- i bimbi si abbracciano, si mettono le mani e i giocattoli in bocca: rischiano di diventare un potente veicolo di infezione. Non dimentichiamo che quando non potranno essere a scuola saranno verosimilmente affidati ai nonni, i quali sono una categoria a rischio. C’è poi l’aspetto educativo: esperienze di incontri fra i bambini dei nidi e le loro educatrici dotate di mascherina mostrano che i bambini hanno paura dell’insegnante. Cosa accadrà a settembre con i nuovi inserimenti? L’impatto psicologico sui piccolissimi non può essere trascurato”.

Si potrà ovviare proponendo l’anomala situazione come un gioco, magari decorando le mascherine come se fossero clown, ma la situazione viene giudicata molto critica.

Leggi la proposta di A. Ge. Toscana