Classi pollaio: Florida individua possibile soluzione, ma il superamento dovrà attendere

La sottosegretaria all’istruzione, Barbara Florida, senatrice del M5S, non poteva non riaffermare nelle sue prime esternazioni un obiettivo primario per il movimento: il superamento delle cosiddette “classi pollaio”. Un obiettivo caro all’ex-ministra Azzolina che, non solo da semplice deputata ne aveva presentato una proposta organica di legge tuttora ferma in Parlamento, ma che, una volta a capo del Ministero, ne aveva dichiarato la necessità senza tuttavia riuscire a tradurla nell’anno di permanenza segnato dal Covid in azioni amministrative.

La sottosegretaria ha doverosamente confermato l’obiettivo, affermando tutto il suo impegno per ottenere più risorse necessarie per avere classi con meno alunni e più assunzioni di docenti e del personale Ata.

In merito sembra avere individuato una strada possibile: quella di partire dai 78 mila docenti covid impiegati in via straordinaria per lo sdoppiamento delle classi più numerose per assicurare il distanziamento in aula per prevenire i contagi.

Potrebbe essere effettivamente quella la strada da seguire per avviare gradualmente il superamento delle classi pollaio a cominciare dalle prime classi di ogni anno scolastico.

Purtroppo, però, nel nuovo organico di diritto, appena definito d’intesa con il MEF, non si individua alcun elemento nuovo che faccia intendere che qualcosa si sia mosso nella direzione indicata dalla sottosegretaria Florida.

Forse nell’organico di fatto che verrà approntato tra qualche mese potrebbe essere inserito un elemento di primo avvio della riforma solo annunciata. Appare per ora francamente una speranza poco fondata.

Sembra farsi largo pessimisticamente il timore, prospettato da qualcuno, che potrebbe essere il calo demografico a risolvere la questione delle classi pollaio. Con la riduzione del numero di alunni, a invarianza di organico, le classi sarebbero certamente meno numerose. Ci vorranno anni.