Circa 1 studente su 8 non ha la cittadinanza italiana, Save the Children: ‘Al via un nuovo anno segnato da profonde disuguaglianze’

Una scuola che, pur tra segnali positivi, continua a presentare ostacoli strutturali per bambini, bambine e adolescenti con background migratorio. È quanto emerge dal rapporto “Chiamami col mio nome” diffuso oggi da Save the Children, che denuncia l’entità delle disuguaglianze nei percorsi scolastici tra studenti italiani e non cittadini, alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico.

Una fotografia complessa: più ritardi e abbandoni scolastici

Nell’anno scolastico appena concluso, quasi uno studente su otto (12,2%, circa 865mila) era privo di cittadinanza italiana. Eppure, più di tre su cinque (65,4%) sono nati nel nostro Paese. I dati rivelano un forte divario: la dispersione scolastica implicita raggiunge il 22,5% tra gli studenti di prima generazione, contro l’11,6% degli italiani. E anche tra le seconde generazioni (10,4%), il fenomeno resta più marcato.

Il ritardo scolastico è un altro indicatore critico: interessa il 26,4% degli studenti con background migratorio, a fronte del 7,9% dei coetanei italiani. Il tasso di ripetenza è più che triplo tra gli studenti stranieri rispetto agli italiani. Le cause? Condizioni socioeconomiche svantaggiate, segregazione scolastica, pregiudizi e un orientamento scolastico che penalizza, anche a parità di rendimento.

Scelte scolastiche e orientamento: il peso delle disuguaglianze

Solo il 35% degli studenti di prima generazione sceglie il liceo, contro il 53,7% degli italiani. Anche tra i “molto bravi a scuola”, le aspirazioni restano frenate: meno del 50% degli studenti con background migratorio intende iscriversi al liceo. Il condizionamento socioeconomico incide fortemente, ma non è l’unico fattore: dinamiche discriminatorie nell’orientamento continuano a influenzare le scelte.

Università: un orizzonte ancora lontano

Solo il 3,9% degli studenti universitari in Italia è privo di cittadinanza, con aspettative significativamente più basse tra gli studenti con background migratorio. Anche tra i migliori, meno del 65% intende proseguire con gli studi universitari, contro il 75% degli italiani. Una barriera che si riflette in minori opportunità lavorative e una bassa presenza in professioni qualificate.

Il ruolo della cittadinanza: un moltiplicatore di opportunità

Il riconoscimento della cittadinanza italiana gioca un ruolo chiave: secondo uno studio di Tortuga per Save the Children, dimezza il divario scolastico tra italiani e studenti con background migratorio. La mancata cittadinanza ostacola non solo il percorso educativo ma anche l’accesso a diritti, mobilità, partecipazione civica e opportunità professionali. Sul piano economico, ogni 100 nuovi cittadini, i benefici stimati per lo Stato vanno da 800 mila a 3,4 milioni di euro in dieci anni.

Proposte: serve un nuovo quadro legislativo e più risorse per l’inclusione

Save the Children chiede al Parlamento di riaprire il confronto sulla cittadinanza, introducendo uno ius soli temperato e percorsi semplificati per chi cresce in Italia. Ma chiede anche investimenti mirati: docenti di italiano L2, mediatori interculturali, formazione sull’orientamento equo, rafforzamento degli strumenti didattici inclusivi.

Le voci degli studenti: tra fatica, riscatto e desiderio di riconoscimento

Il dossier include anche uno studio qualitativo con studenti delle scuole superiori di Brescia, Modena e Trento. Emergono storie di ostacoli, sostegni informali, amicizie multiculturali e resilienza. Ma anche frustrazione per un’identità negata: “Quel pezzo di carta ti aiuta a sentirti più legato all’Italia“, dice Daniel. “Se non l’avessi, mi sentirei completamente straniero“, aggiunge Yasin.

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