Chiamamifaro: ‘Vorrei una scuola che incoraggi i ragazzi a coltivare la loro diversità, che li prepari a sentirsi unici e irripetibili’

Di Sara Morandi

Lunedì 22 settembre 2025 alle ore 10:30, presso il Teatro Sociale di Valenza (Alessandria), su iniziativa del Dirigente Scolastico Maurizio Carandini dell’“I.C. Paolo e Rita Borsellino” di Valenza, si terrà un evento speciale: il concerto della cantautrice Chiamamifaro, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2025/2026. L’artista offrirà una performance acustica dedicata agli studenti, arricchita da racconti sui retroscena della sua musica. L’evento, moderato dal giornalista Enrico Deregibus, sarà aperto a tutte le scuole del territorio. Chiamamifaro, conosciuta per la sua partecipazione al programma televisivo “Amici” e per il suo album “Lost & Found”, ha dimostrato di saper trasformare le sfide della sua carriera in momenti di crescita personale e artistica. La cantautrice è entusiasta di esibirsi davanti agli studenti, sperando di ispirare i giovani a coltivare la loro creatività e ad abbracciare la loro unicità. Con il suo stile musicale e il desiderio di condividere esperienze personali, Chiamamifaro promette un concerto che non sarà solo un’esibizione musicale, ma anche un’opportunità di dialogo e crescita per tutti i partecipanti.

Chiamamifaro, parlando della tua esperienza al talent “Amici”, quali sono state le sfide più grandi che hai dovuto affrontare e come pensi che il programma abbia influenzato il tuo sviluppo come artista?

“Ormai sono cinque anni che faccio musica e porto avanti questo progetto con passione e dedizione. Anche prima di entrare nella scuola di “Amici”, ero abituata al giudizio delle persone. È una componente imprescindibile del lavoro del musicista: alla fine, è il pubblico che decide se ascoltare le tue canzoni o meno, basandosi sui propri gusti personali. Quello che ho trovato particolarmente difficile nella scuola di “Amici” è stato comprendere e accettare che il pubblico, in quel contesto, non giudicava solo la mia musica, ma anche la mia persona. Sono una persona molto riservata e un po’ timida. Non mi piace sgomitare o alzare la voce più degli altri per farmi notare. Inizialmente, temevo di passare inosservata. Solo in seguito ho capito che c’è chi mi ha apprezzata proprio per il mio essere autentica e discreta. Questo mi ha insegnato che non è necessario cambiare la propria essenza per ottenere l’approvazione degli altri, ma piuttosto essere fedeli a sé stessi può attirare l’attenzione di chi realmente apprezza la tua unicità”.

Il tuo album “Lost & Found” racconta molto dei tuoi viaggi interiori. Puoi condividere un momento chiave in cui ti sei sentita persa e poi ritrovata, e come questo si riflette nella tua musica?

“Sì, esattamente. Questo album racconta tutti i frammenti che ho perso e ritrovato durante questi anni di musica, che mi hanno condotto fino a questo punto. Ci sono state situazioni nella mia vita e nella mia carriera musicale, specialmente quando ero più giovane, in cui mi sono sentita insignificante sotto molti aspetti. Avevo grandi idee e ambizioni, ma anche enormi paure, e spesso, sbagliando, non mi sono fidata delle mie intuizioni. In questo album, al contrario, sono presenti tutte le ispirazioni in cui ho creduto. Contiene tutta la sicurezza che, gradualmente, ho trovato lungo il mio percorso e che, forse, mi è mancata in passato. È un album che mi rispecchia profondamente”.

Hai menzionato il desiderio di prendere le distanze dal pregiudizio. Come affronti quello legato al tuo essere figlia d’arte, e in che modo ha influenzato il tuo percorso musicale?

“Oggi, lo affronto con una serenità diversa, sapendo di aver coltivato una strada che è tutta mia e che non ha mai voluto prendere scorciatoie di alcun tipo: anzi, la gavetta che ho fatto in tutti anni, non la cambierei con niente al mondo. La scelta di un nome d’arte poi non è casuale, è un desiderio di autodeterminazione ed è la speranza che sia sempre la mia musica a parlare per me, ad arrivare per prima. Per questo non è solamente Faro ma Chiamamifaro”.

Per l’intervista/concerto con il giornalista Enrico Deregibus a Valenza (Alessandria) Lunedì 22 settembre, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2025/2026, ci sono brani nuovi o sorprese che intendi presentare? Ti stimola particolarmente l’idea di una esibizione dedicata agli studenti? E’ davvero una bellissima iniziativa.

“A Valenza, mi esibirò in una versione acustica di alcuni brani tratti da ‘Lost & Found’ e avrò l’opportunità di condividere i retroscena della creazione di queste canzoni con gli studenti. Sono davvero felice di suonare e di intrattenere una conversazione con loro. Spero di suscitare la loro simpatia e di stimolare la curiosità di qualcuno, incoraggiandolo a studiare e a dedicarsi alla musica”.

Se potessi immaginare la scuola ideale per i giovani, quali elementi riterresti fondamentali per promuovere la creatività e l’espressione personale?

“Gli anni della scuola, almeno per me, sono stati gli anni del “paragone” con gli altri. È un periodo delicatissimo delle nostre vite in cui si comincia a sviluppare una personalità, un senso critico, delle passioni, dei sogni, ma allo stesso tempo, cerchiamo disperatamente l’approvazione dagli altri. Abbiamo il terrore di essere diversi. Vorrei una scuola che incoraggi i ragazzi a coltivare la loro diversità, che li prepari a sentirsi unici e irripetibili. Che insegni loro che il futuro, se sono ambiziosi e disposti a impegnarsi, può assumere qualsiasi forma essi desiderino”.

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