Chi paga i supplenti in deroga?

La singolare vicenda delle contraddittorie disposizioni provenienti dal Miur in materia di supplenze temporanee ha indotto l’Anp, Associazione nazionale presidi, a chiedere al Ministero urgenti chiarimenti, in assenza dei quali i dirigenti scolastici si troverebbero in gravi difficoltà, non sapendo a quale criterio (e norma) attenersi.

Nell’ultima nota, inviata l’8 novembre 2010, il Miur ha infatti invitato i dirigenti scolastici, ove non sia possibile provvedere con l’organico in forza alla scuola, a nominare i supplenti “nel rispetto del diritto allo studio”. Ma in precedenza il Ministero aveva dato disposizioni assai diverse, richiamando ripetutamente i dirigenti “al rispetto dei vincoli di bilancio e all’obbligo di non assumere impegni allo scoperto”, cioè in deroga alla norma generale.

Sembra quasi che al Ministero convivano due diverse anime, una più ‘politica’ e mediatrice (quella che ha ispirato la nota dell’8 novembre) e una più rigida e attenta ai vincoli di bilancio, più incline a vietare che a permettere.

Ciò che non è accettabile, e che giustifica la protesta dell’Anp, è che la mancata sintonizzazione delle due anime del Miur lasci il cerino di una difficile decisione in mano ai dirigenti scolastici.

Volendo conciliare le due esigenze appare opportuno che il Miur approfondisca la questione sul piano normativo per introdurre modifiche sul piano tecnico organizzativo che potrebbero investire aspetti relativi all’istituto della ‘dotazione organica aggiuntiva’, dell’’organico funzionale’, o altre soluzioni  che affidino alle istituzioni scolastiche la gestione di un certo numero di supplenti, calcolato su basi statistiche e probabilistiche.