Certificazione delle competenze: una soluzione autarchica che non regge più

Non sappiamo se e quante istituzioni scolastiche del primo ciclo abbiano certificato le competenze degli alunni in uscita dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di 1° grado.

Se l’hanno fatto, si sono dovuti arrangiare con modelli autarchici, provvisori e sperimentali, in attesa che la materia trovi, finalmente e dopo tredici anni, un’opportuna regolamentazione.

Il regolamento dell’autonomia scolastica aveva previsto (articolo 10, comma 3, del Dpr 8 marzo 1999, n. 275) la definizione di appositi modelli di certificazione da parte del Ministero a valere per tutte le scuole. Ma per anni si era atteso inutilmente quel decreto ministeriale.

Nel 2007 il ministro Fioroni aveva obbligato le scuole a sperimentare la certificazione delle competenze, adottando un proprio modello ispirato ad una ipotesi ministeriale. E le scuole avevano cominciato a sperimentare nell’attesa di un modello nazionale che non arrivava mai.

Normalmente le sperimentazioni dovrebbero avere un inizio e una fine; i risultati dovrebbero essere raccolti e andare a sintesi. Invece…  

Nel 2008, a complicare quello strano obbligo di sperimentare, arrivava la legge 169 che all’art. 4 disponeva la certificazione delle competenze sotto forma di voto in decimi e ne imponeva l’obbligo per la scuola primaria e per la secondaria di I grado.

L’anno dopo, il regolamento sulla valutazione, all’art. 8, (ri)annunciava il varo di un decreto ministeriale contenente finalmente il modello nazionale di certificazione delle competenze. Niente.

In attesa di quel decreto (sono passati altri quattro anni), le scuole hanno continuato a sperimentare.

A quanto ci risulta, l’anno scorso una commissione ministeriale aveva elaborato una interessante proposta di modello che aveva anche bypassato coraggiosamente le forche caudine della certificazione espressa con voto in decimi; ma, in attesa che venissero emanate le Indicazioni nazionali per il 1° ciclo, il tutto era stato messo in stand-by.

A Indicazioni varate, era logico attendersi, finalmente, il decreto ministeriale con il modello unico di certificazione delle competenze. Niente.

Se ne parlerà, forse, l’anno prossimo.

Ammesso che tutta questa prudenza nell’emanare il decreto dei modelli nazionali abbia senso, perché mai le scuole dovrebbero continuare a produrre un modello di certificazione per mero adempimento (?) amministrativo?