Tuttoscuola: Non solo statale

Caso Trento: quell’insostenibile contenitore ‘pubblico’…

Sulla vicenda della scuola di Trento e del discusso licenziamento (o mancata riassunzione) dell’insegnante presunta lesbica la Fnism, la più antica associazione professionale di insegnanti, ha diffuso una nota della sua presidente, Gigliola Corduas, nella quale si prende posizione sul confronto in atto “tra assertori della libertà delle scuole private di scegliere i propri insegnanti e sostenitori della privacy cui anche le/gli insegnanti –bontà loro- hanno diritto”.

Si tratta di una nota molto problematica, che riportiamo nei passaggi essenziali.

La vicenda della scuola di Trento evidenzia una contraddizione di fondo per cui nello stesso insostenibile contenitore ‘pubblico’ finanziato da tutti i cittadini italiani, convivono scuole laiche – basate sul rispetto dei valori costituzionali a partire dall’accettazione delle differenze, tutte le differenze – e scuole confessionali che difendono il loro diritto  a preoccuparsi dei modelli di comportamento di docenti che trasmettono, attraverso le loro discipline, valori che restano tarati su modelli familiari e su ruoli maschili e femminili ben delineati e non contrattabili, nonostante le aperture problematiche e sofferte di Papa Francesco. Bisogna garantire genitori che pagano rette anche elevate facendo una scelta preferenziale per  l’educazione dei loro figli rispetto al pluralismo e al confronto che caratterizza la scuola statale, che potrebbe essere anche migliore ma che comunque continua a rifarsi ai valori della Costituzione che rimane alla base della nostra convivenza civile”.

Non vogliamo entrare nel merito del diritto alla privacy di insegnanti la cui forza è nelle competenze professionali e non nei ‘si dice’ da confermare o negare e comunque relativi alla loro vita privata. Ci incuriosisce piuttosto vedere nelle reazioni suscitate da questo caso l’emergere di una logica di salvaguardia sindacale che chiede la riassunzione dell’insegnante incriminata e ingiustamente licenziata”.

E infine una domanda: “Non si riesce a riportare la scuola statale a livelli di qualità non solo perché non si investe ma anche perché non si riesce a liberarla da una gestione burocratizzata né a sottrarla a una logica impiegatizia per introdurre criteri di professionalità? Ma si può ovviare sindacalizzando la scuola privata. E’ anche questo un modo per creare un sistema effettivamente paritario”, conclude ironicamente la nota della Fnism, “anche se non ci sembra il migliore”.

Neanche a noi…

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