Carrozza /4. Interventi per gli studenti

In questo campo la priorità va al contrasto della dispersione scolastica accompagnato da politiche inclusive. Il ministro cita a questo proposito l’art. 3 della Costituzione. Ciò richiede un forte presidio sugli apprendimenti nella scuola di base. Ecco le misure:

– riprogrammazione dell’azione mirata contro la dispersione scolastica con l’uso dei Fondi europei, nel periodo 2014-2020, nelle Regioni Obiettivo Convergenza (56 milioni di euro provenienti dai fondi POR, a cui si aggiungono 77 milioni di euro dei fondi PON presso il Ministero dell’Interno, questi ultimi tesi a dare risorse per centri sportivi e aggregativi, di intesa con le scuole o presso le scuole stesse);

– estensione dell’azione contro la dispersione scolastica sia nel Sud che nelle aree di massima esclusione economica e sociale delle Regioni del Centro-Nord. La Commissione europea ha accolto positivamente tale approccio;

– sviluppo della direttiva ministeriale del 27/12/2012 a favore del sostegno alle disabilità e fragilità degli studenti a scuola (BES)

– aumento del tempo scuola e potenziamento della scuola dell’infanzia e delle sezioni primavera. Gli stanziamenti per l’apertura delle sezioni Primavera passeranno dagli attuali 12 milioni annui per il triennio 2013, 2014 e 2015 a 20 milioni annui a decorrere dal 2015.

Sul tempo pieno Carrozza cita il documento dei Saggi: il “miglior strumento di contrasto all’abbandono è il prolungamento della scuola al pomeriggio negli anni del primo ciclo” per sperimentare metodologie didattiche innovative.

– apertura dei servizi di mensa e doposcuola come strumento di supporto al successo formativo e di contrasto alla povertà e all’esclusione nelle aree difficili.

– linee guida per i CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), da redigere al più presto in vista della loro istituzione a partire dall’a.s. 2014/2015;

– potenziamento dell’istruzione tecnico-professionale, puntando soprattutto sul rafforzamento degli Istituti Tecnici Superiori, in accordo con le imprese e il ministero del Lavoro.

– aumento dei percorsi di alternanza studio/lavoro, a sostegno dell’occupazione dei giovani, colmando progressivamente il divario ancora esistente tra domanda e offerta di lavoro per le professioni tecniche.

– sulle scuole paritarie, tema politicamente delicato, il ministro si è limitato a ricordare che “come stabilito dalla legge 62 del 2000 il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie.” Alle 13.657 scuole paritarie italiane sono assegnati 500 milioni di euro circa, “pari all’1,2 % della spesa relativa alle scuole statali, a fronte di una platea di 1.042.000 alunni che rappresenta il 12% della popolazione scolastica. Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie”. Non un euro in più, insomma, ma neanche in meno.

Da tenere presenti le poche righe che concludono l’intervento del ministro: “Vorrei sottolineare come molti dei punti che ho illustrato rappresentano non una politica settoriale, ma un’attuazione specifica delle politiche generali del Governo Letta e, per questa ragione, potranno essere affrontati con interventi normativi o amministrativi di carattere più generale. In particolare mi riferisco alle misure per l’occupazione giovanile, per la valorizzazione dell’esperienza ITS, per la formazione degli insegnanti, per l’edilizia e per il raccordo stato regioni sulla ricerca”. Un preannuncio dell’inserimento di queste materie nella prossima Legge di stabilità (ex Finanziaria)?