Tra caldo e precari, AGe: ‘Non ignoriamo gli alunni’
“Nel nodo gordiano che ormai è la scuola, stretta fra l’assetto instabile di un quarto di milione di precari e la piaga strutturale di aule assolate, esiste una costante che pare volutamente ignorata: gli alunni”. Così l’Associazione genitori AGe ha maturato alcune riflessioni. Il problema ritenuto principale è quello della “continuità del diritto allo studio per gli allievi, in modo da rendere possibile allo studente di fruire lo stesso insegnante per più anni”.
“È indubbio che un lavoratore abbia diritto ad avere una sede quanto più possibile vicino alla propria famiglia, però è anche vero che qui non si tratta di trasferirsi in un’altra filiale della banca o di guidare il bus in una città diversa. Per i giovani e per i bambini non va bene trovarsi dinanzi a una girandola di insegnanti, che è proprio ciò che succede con il precariato e le assegnazioni provvisorie – si legge nel comunicato dell’AGe -. La situazione è stata ulteriormente aggravata dall’art. 47 del CCNL Scuola 2019/21, il quale permette ai docenti di ruolo di accettare rapporti di lavoro a tempo determinato su posto intero in un diverso ordine o grado d’istruzione, o per altra tipologia o classe di concorso, purché di durata non inferiore ad un anno scolastico o fino al 30 giugno”.
“Chi ha voluto l’art. 47 del nuovo Contratto Scuola di certo non ha figli, oppure se ne cura veramente poco – dichiara la presidente nazionale AGe, Claudia Di Pasquale -. Un sistema che ha visto aumentare le supplenze di precari e le assegnazioni annuali di docenti di ruolo del 72% in sette anni è indubbiamente un sistema malato. I posti fissi, lasciati dai titolari per una assegnazione provvisoria, raddoppiano il numero delle classi e le cattedre in discontinuità educativa, mentre il bene degli allievi dovrebbe avere la priorità nella ricerca delle soluzioni più appropriate e opportune. C’è da chiedersi perché il comma 73 della legge 107/15, che prevedeva la titolarità dei docenti sugli ambiti territoriali e la chiamata diretta da parte delle scuole, sia stato disapplicato per tre anni consecutivi dalla trattativa per la mobilità (peraltro in violazione della gerarchia delle fonti di diritto) e poi abrogato”.
“Quando una cattedra su tre viene assegnata a personale precario – prosegue la presidente AGe – occorre interrogarsi e intraprendere strade nuove: è stato fatto uno studio sul perché l’unico tentativo di assegnazione diretta a suo tempo effettuato non abbia funzionato? I tempi giudicati troppo lunghi non sono forse stati più brevi di quelli dell’attuale, elefantiaca, procedura? Perché non sono stati previsti incentivi per chi si rendeva disponibile per le sedi più disagiate? Forse esistono bambini di serie B, discriminati a causa della loro residenza e quindi delle loro possibilità economiche?”.
“Certo, c’è il problema di evitare favoritismi e su questo ci siamo confrontati con i nostri soci – sottolinea Di Pasquale – ma la soluzione esiste e consiste semplicemente nel riconoscere e valorizzare l’autonomia degli istituti scolastici prevedendo di coinvolgere nella selezione il Comitato di Valutazione, composto, oltre che da dirigente e docenti, anche da genitori e studenti, i quali dovranno essere adeguatamente formati al fine di raccogliere in modo equilibrato i bisogni e il servizio percepito dagli utenti. Chiediamo in ogni caso al signor Ministro di valutare con urgenza tutte le possibili soluzioni alternative alla grave mancanza di continuità didattica per il benessere e la riuscita scolastica dei nostri figli”.
Infine sul problema delle aule infuocate, molto sentito dai genitori: “Sono ormai vent’anni che già da maggio un numero crescente di aule diviene invivibile per il caldo – conclude Di Pasquale – Iniziare la scuola a ottobre è un nonsenso: di questo passo faremmo lezione solo a Natale. Si potrà rinnovare l’insegnamento con attività più adeguate alle condizioni ambientali e anche puntare su sistemi di purificazione e condizionamento dell’aria alimentati da energie rinnovabili (meglio se aderendo alle CER, comunità energetiche rinnovabili), su convenzione con gli enti locali per la manutenzione e su regole che ne disciplinino il corretto utilizzo, senza sprechi né danni per la salute di studenti e personale. Ai fini del contrasto alla dispersione scolastica sarà un investimento senza dubbio più efficace che non comprare grandi quantità di hardware destinate a divenire obsolete nel giro di poco tempo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via