C’è chi pensa che il ministero dell’istruzione non serva più?

Se una rondine non fa primavera, un solo sottosegretario non fa squadra per l’istruzione.

Gli organigrammi politici per il rinato Miur che ha accorpato nuovamente all’istruzione anche l’università e la ricerca sono – almeno per ora – ridotti ai minimi termini, come non era mai avvenuto nella storia di quel ministero.

Al punto da far pensare a qualcuno che si tratti di un passaggio verso la messa in liquidazione del sistema centralizzato dell’istruzione, per prepararne decentramento e regionalizzazione.

Ma poteva andare peggio, se è vero, come sostengono voci autorevoli, che nel corso della formazione del governo al ministero dell’istruzione e università non era stato assegnato alcun ministro ma soltanto un sottosegretario come si è fatto per la sanità.

La proposta pressante in tal senso era venuta dalla Lega che, come si ricorda, aveva presentato nella penultima legislatura, su proposta dell’allora ministro Bossi, una riforma della Costituzione che prevedeva la regionalizzazione della sanità, della scuola e della polizia locale.

L’obiettivo di andare al superamento del ministero dell’istruzione è dunque confermato?