Breve la vita degli ‘istituti tecnico-professionali’

Nel decreto legge 1° febbraio 2007, n. 7 (Bersani) si diceva che “gli istituti tecnici e gli istituti professionali (…) sono riordinati e potenziati come istituti tecnico-professionali” (art. 13, comma 1), lasciando intendere che si sarebbe proceduto ad una serie di fusioni e aggregazioni negli “ampi settori tecnico-professionali” cui faceva riferimento il successivo comma 2.
Sembrava una prospettiva ragionevole, che avrebbe consentito di unificare un notevole numero di percorsi degli istituti tecnici e di quelli professionali, resi affini dalla convergenza dei rispettivi piani di studio nelle riforme introdotte, sia pure per via amministrativa, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90: i “Progetti assistiti” dell’istruzione tecnica (Igea, Ambra, Ergon ecc.) e il “Progetto ‘92” dell’istruzione professionale (IPC, IPIA ecc.).
Ma il testo approvato venerdì scorso con il voto di fiducia, dopo una serie di modifiche di cui poco si è saputo, va in una direzione diversa, perché non parla più di “istituti tecnico-professionali” bensì, distintamente, di “istituti tecnici e istituti professionali” (comma 1), e prevede che “gli istituti tecnici e gli istituti professionali di cui al comma 1 sono riordinati e potenziati come istituti tecnici e professionali” (comma 1 bis). Insomma, par di capire, si torna alla tripartizione tradizionale tra licei, istituti tecnici e istituti professionali che esisteva prima delle riforme Moratti e Berlinguer, e che di fatto è sopravvissuta alle stesse riforme.
Un semplice ritorno al passato? Certamente no, perché viene confermata “la riduzione del numero degli attuali indirizzi e il loro ammodernamento nell’ambito di ampi settori tecnico-professionali“, e l’accento viene posto sui “risultati dell’apprendimento” più che sui percorsi (comma 1 ter). Ma la distinzione tra istituti tecnici e istituti professionali rischia di rendere meno efficaci tali operazioni e l’intero disegno di valorizzazione dell’area, appunto, tecnico-professionale. Segnaliamo peraltro che il comma 1 quinquies, dedicato ai raccordi tra i percorsi scolastici e quelli del sistema di istruzione e formazione professionale, torna a parlare di “percorsi degli istituti tecnico-professionali“. Ma forse si tratta di un errore, dovuto alla concitazione degli emendamenti dell’ultimo momento.