
Boom delle certificazioni fasulle. Mi Manda RAI3 scopre le truffe. C’è un’alternativa

È andato in onda sabato mattina un apprezzabile servizio di indagine giornalistica di “Mi Manda RAI3” Mi manda Rai Tre – S2024/25 – Puntata del 12/04/2025 – in diretta su Rai 3 12/04/2025 alle 09:05 sulle certificazioni linguistiche e informatiche comprate da docenti per ottenere punteggi utili per scalare le graduatorie delle supplenze (GPS) o per superare concorsi per l’immissione in ruolo.
Le certificazioni rilasciate da Enti certificatori finora autorizzati dal Ministero sono formalmente valide, ma, in quei casi, certificano una competenza che l’interessato non possiede per niente. In particolare non sono soggette ad alcun controllo, ma finora hanno garantito punteggi in graduatoria. Da qui lo sviluppo di un fiorente mercato di titoli spesso falsi.
Questo sistema ha visto una stretta nel numero di enti accreditati per le lingue, ed è destinato ad essere sostituito dalle certificazioni “sotto accreditamento”. Che si intende? E’ il sistema UNI-EN-ISO adottato in tutti i settori in tutto il mondo, che prevede la presenza di un ente unico di accreditamento a livello nazionale (in Italia si chiama Accredia), che definisce uno standard di riferimento e accredita gli enti di certificazione che dimostrano di avere determinate caratteristiche, e vigila su di essi. Inoltre la certificazione viene pubblicata sul registro di Accredia, accessibile a tutti, che consente quindi di verificare con facilità se una persona possiede o meno una determinata certificazione. Tale certificazione “sotto accreditamento” è riconosciuta a livello internazionale, in quanto ogni ente nazionale riconosce automaticamente quelle degli altri.
Tale sistema è stato introdotto anche nel settore istruzione dal nuovo contratto del personale della scuola, che ha previsto – con riferimento alle competenze digitali – come requisito per le graduatorie di terza fascia del personale ATA la certificazione sotto accreditamento (cosiddetta CIAD), basata sul framework europeo DigComp 2.2. Da poche settimane Accredia ha accreditato enti di certificazione anche per le competenze digitali degli educatori, basate sul framework europeo DigCompEDU.
Nell’incontro che Tuttoscuola ha organizzato a Didacta Firenze, il Capo Dipartimento del MIM Carmela Palumbo, alla presenza del Vice Direttore generale di Accredia, ha fatto capire che – ora che esiste questo sistema di certificazione delle competenze applicabile al settore dell’istruzione – verrà preso a riferimento. Insomma per acquisire punteggio in graduatoria sarà necessario questo tipo di certificazione (per saperne di più).
Ma se questo è il futuro (ma già realtà oggi), torniamo al sistema delle “vecchie”certificazioni di questi anni, privo appunto di controlli. Le criticità sono note da tempo e segnalate da alcuni sindacati (Gilda tra i primi) e alcuni mesi fa anche dall’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici).
Da tempo anche Tuttoscuola era stato informato che diversi commissari dei concorsi per docenti avevano rilevato durante la prova orale la totale incompetenza linguistica o informatica di alcuni candidati, scoprendo tuttavia, al momento della valutazione dei titoli, il possesso della certificazione che, comunque, è servita per aggiungere punteggi nella graduatoria di merito finale.
Stefano Maria Sandrucci, il giornalista di “Mi Manda RAI3”, ha il merito di avere documentato di persona con interviste, sopralluoghi soprattutto nel territorio campano, il modo per ottenere facilmente le certificazioni volute.
Il giornalista intervista un intermediario (che si qualifica come docente e sindacalista) che lo rassicura
sul modo sicuro e facile per ottenere la certificazione linguistica. Inserito in un gruppo WhatsApp, durante l’esame arriveranno indicazioni decisive per quanto riguarda la parte scritta fornite direttamente dal personale degli Enti Certificatori che dovrebbe controllare.
L’interessato, in quel caso, pagherà 249 euro per la certificazione ottenuta, se la ritroverà su WhatsApp, mentre l’intermediario a fine anno incasserà una percentuale rapportata al numero di clienti contattati.
A Pagani (Salerno), dove alcuni mesi fa lo stesso giornalista aveva condotto un’inchiesta sui diplomifici con aule senza studenti e senza insegnanti, intervista il rappresentante di un istituto paritario per ottenere una certificazione informatica: con 550 euro può ricevere direttamente su WhatsApp la certificazione senza frequentare alcun corso.
Un altro intermediario gli elenca tutte le certificazioni che si possono ottenere senza alcuna frequenza e pagando: CLIL (400 euro), le SKILLS (50 euro), la C2 linguistica (520 euro), ottenendo oltre 12 punti utilizzabili per scalare le graduatorie di GPS.
Un sistema malato destinato – si spera – a finire, grazie al sistema di certificazione “sotto accreditamento”, molto più strutturato, soggetto a vigilanza, applicato con successo in tutti i settori.
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