Boicottare i test valutativi può costare caro alle scuole primarie. In Gran Bretagna

Quando nella scorsa tarda primavera insegnanti e dirigenti scolastici di diverse scuole primarie britanniche decisero, con l’appoggio dei sindacati di categoria, di non somministrare le prove di valutazione ai loro allievi, sembrò una forma di protesta dura, ma utile in qualche modo a richiamare l’attenzione di politici ed opinione pubblica sulle storture del sistema di valutazione.

Ora, a distanza di alcuni mesi, emergono i problemi legati a quella protesta.

Infatti, come riporta il sito on line della BBC, dopo la pubblicazione degli esiti di quelle prove, le performance generali delle scuole primarie sono nettamente peggiorate a causa non soltanto del numero delle scuole che non hanno raggiunto i minimi  stabiliti per le varie  discipline valutate, ma anche a causa dell’alto numero di scuole primarie che non hanno volutamente partecipato alla rilevazione.  

Una scuola su quattro non ha partecipato e in tredici zone la percentuale di scuole che ha boicottato le prove è stata così alta da non dare luogo ad alcuna rilevazione significativa.

962 scuole primarie non hanno raggiunto i minimi risultati per le prove sia in matematica che in inglese; se ad esse si aggiungono le scuole che non hanno ritenuto di dover sottoporsi alla rilevazione, le scuole con risultati negativi salgono a 1346.

Le scuole con bassi risultati rischiano provvedimenti sull’amministrazione e sul personale o addirittura la chiusura, benché il ministero assicuri che ogni decisione sarà presa caso per caso.

Il 52% delle scuole ha comunque migliorato le proprie posizioni, il 5% è rimasto stabile, mentre il 43% ha registrato un peggioramento. I rappresentanti dei dirigenti scolastici hanno ribadito la necessità di una urgente e radicale riforma del sistema valutativo nazionale che rilevi i reali progressi nell’apprendimento e smetta di classificare le scuole in base alle apparenze.