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Bocciatura come punizione?

Sul tema, di stretta attualità, delle bocciature e della giusta severità nella valutazione degli studenti, ci ha scritto la lettrice Fabiola Lupo Pasini, il cui intervento volentieri ospitiamo nella rubrica “Botta e risposta” Invitiamo gli altri lettori a dare i loro contributi sul tema, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Ho sempre pensato che la scuola dovesse evitare la bocciatura, perché è sempre stata vissuta come una punizione. Oggi ho un’opinione diversa, la bocciatura è a volte necessaria perché può permettere di raggiungere competenze necessarie per un buon proseguimento negli studi; ci sono professionisti in tutti i campi capaci e stimati che hanno usufruito nella loro carriera scolastica di quest’opportunità.

Il problema, però, rimane; come far vivere ai ragazzi la bocciatura come un’opportunità e non come una punizione?

Purtroppo, ho l’impressione che la scuola non abbia ancora trovato gli strumenti per poter mettere i propri alunni in condizione di accettare come opportunità questo avvenimento, affiancandoli con un sostegno psicologico o un coinvolgimento più attivo; oppure, perché non fare partecipare gli alunni ad un consiglio di classe preliminare a quello degli scrutini, in modo che ognuno possa essere protagonista del proprio progetto di vita?

La stessa cosa potrebbe essere necessaria per i “debiti”, perché conoscere in quale disciplina è stato dato il debito, solo dopo che sono stati esposti i voti all’albo? L’interessato dovrebbe saperlo prima, magari dall’insegnante della disciplina stessa che lo può preparare e gli può spiegare il motivo della decisione (se la media era vicina al sei, per esempio).

Che dire sui corsi di recupero …magari 6 ore a fine giugno e poi…. “ci rivediamo all’esame” (fine agosto)? Perché non corsi “full immersion” e poi subito l’esame?

Penso ai ripetenti per insufficienza in comportamento. Si prevede un inserimento nella nuova classe? Come prevenire la situazione classica del ripetente che destabilizza il nuovo gruppo? Oppure che abbandona gli studi aumentando la percentuale della nostra dispersione scolastica?

Nella scuola c’è più rigore, giusto, ma non basta. La scuola deve avere gli strumenti per fare in modo che gli studenti, se pur con poco entusiasmo, accettino i nuovi “paletti” come un contenitore in cui maturare.

M.stra Fabiola Lupo Pasini

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I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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