Bilancio di un anno difficile

Il primo compleanno del governo Prodi è trascorso in un contesto poco favorevole ai festeggiamenti, soprattutto per il braccio di ferro che divide al suo interno la maggioranza di governo su questioni nodali come la riforma del sistema pensionistico, le politiche sociali, i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti e l’utilizzazione (o meno) del cosiddetto “tesoretto” per finanziare queste ad altre operazioni come la riduzione o soppressione dell’ICI sulla prima casa.
A queste tensioni si è aggiunta, nello scorso fine settimana, la polemica tra il presidente del Consiglio Prodi e quello della Camera Bertinotti sulla produttività del lavoro del Parlamento, cui è seguito l’invito del presidente della Repubblica affinché “ciascuno si impegni a garantire la piena funzionalità della Camera e del Senato“: i parlamentari lavorando di più (e magari meglio) e il governo facendo meno decreti legge.
In sede di bilancio annuale, comunque, quello della politica scolastica è forse uno dei settori nei quali il governo Prodi ha ottenuto più risultati, anche se con l’aiuto della decretazione d’urgenza e dei voti di fiducia, dall’innalzamento dell’obbligo di istruzione all’assunzione di 150.000 precari, fino al recupero e al rilancio dell’istruzione tecnica e professionale. Per la via parlamentare ordinaria è stata inoltre varata la revisione dell’esame di Stato, in tempi e modi che hanno dimostrato che il Parlamento può essere rapido e produttivo se gli intenti costruttivi prevalgono su quelli aprioristicamente polemici.