
Bibliotecari ‘inidonei’ varano il piano d’attacco
Al termine della prima Assemblea nazionale del personale della scuola collocato in altre mansioni per motivi di salute (i cosiddetti “inidonei”), coindetta da Cobas scuola e Conbs e tenutasi a Roma il 23 marzo, è stato proclamato lo stato di agitazione nelle scuole. L’assemblea che ha visto la partecipazione di insegnanti provenienti da tutta Italia, è stata affollata e partecipata ma, soprattutto, determinata nell’affermare i diritti di quanti si sentono parte attiva e integrante nella scuola.
Durante l’assemblea è stato tracciato l’excursus normativo che ha portato agli articoli delle due finanziarie, quella del 2003 e quella del 2007, che hanno decretato la mobilità o il licenziamento del personale in questione e che ha reso palese “la sostanziale continuità del governo di centro-sinistra con quello di centro-destra“. Tale analisi – ricordano gli organizzatori – “ha individuato nell’Autonomia scolastica, e nella successiva visione aziendalistica che ne è derivata, l’elemento portante di una miope politica di razionalizzazione applicata alla scuola, che attacca le componenti ritenute più deboli e depriva l’Istituzione scuole di figure fondamentali per il buon andamento della stessa didattica (bibliotecari, insegnanti con funzioni di supporto alla didattica, etc)”.
Al termine dell’assembla agli insegnanti hanno ribadito tra l’altro di rifiutare qualunque tentativo di trattare i problemi creati dalle Finanziarie 2003-2007, attraverso la semplice concertazione dei criteri con i quali gestire la loro fuoriuscita dalla scuola; di ritenere che a fronte di più di 10.000 scuole presenti sull’intero territorio nazionale (e di 42.000 edifici in cui sono articolati plessi, sezioni coordinate e staccate) solo poco più di 4.000 unità di personale cosiddetto “inidoneo” è utilizzato in qualità di bibliotecario; di rispedire al mittente il tentativo di licenziamento e di rilanciare una battaglia per l’ampliamento e la riqualificazione delle biblioteche scolastiche, da considerare come veri e propri laboratori multimediali, centro e anima di quella pratica didattica viva della scuola italiana di cui tali insegnanti si fanno promotori.
Dichiarano infine la propria adesione allo sciopero dell’11 maggio nella cui piattaforma non solo ci si schiera contro la Finanziaria dei tagli alle classi, agli organici, al sostegno, ma si chiede senza ambiguità il mantenimento al proprio posto del personale cosiddetto “inidoneo” e l’istituzione almeno di una biblioteca in ogni scuola.
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