
Berlusconi e i cattivi maestri
La nuova esternazione del presidente del Consiglio Berlusconi Silvio Berlusconi, che in un messaggio inviato a Padova a una riunione dell’Associazione nazionale delle mamme ha detto che i genitori oggi possono scegliere liberamente “quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnanti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi dal quelli della famiglia”, ha rinfocolato le polemiche già scatenatesi nello scorso febbraio dopo un suo analogo intervento pronunciato in occasione del congresso dei Cristiano-riformisti.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha attaccato duramente “l’ignobile stupidario quotidiano che ci propina il presidente del Consiglio: l’ennesimo attacco alla scuola pubblica”. E di “attacco vergognoso” alla scuola pubblica e ai suoi insegnanti, che “fa il paio con l’attacco alla Magistratura e al Parlamento” ha parlato la senatrice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd del Senato.
Anche per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, le parole di Berlusconi sulla scuola pubblica “sono eversive perché mirano a cancellare la libertà d’insegnamento”. Ma “sappia Berlusconi che non riuscirà a trasformare gli insegnanti in suoi portavoce o nelle veline delle sue televisioni” perché per fortuna “c’è la scuola pubblica che inculca ai giovani i valori costituzionali che il premier continua a sfregiare”. Tesi condivisa anche da Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd che evita di usare il pericoloso termine ‘inculcare’ (già un po’ maldestramente utilizzato da Berlusconi) ma afferma che “purtroppo ciò che la scuola insegna la mattina viene distrutto la sera dalle televisioni di Berlusconi”.
Come si vede lo scontro sulla scuola è al calor bianco, come sulla giustizia. Il dubbio è che le ragioni (?) della polemica facciano perdere di vista, da entrambe le parti, il merito dei problemi.
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