Audizione/3. Proposte di soluzione per chi ha già 36 mesi di servizio
Dopo il ‘Commento generale’ e il paragrafo sul ‘contributo dei privati al funzionamento delle scuole‘ prosegue la pubblicazione delle altre parti della relazione presentata da Tuttoscuola ai parlamentari delle Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato in occasione dell’audizione sul Disegno di legge attuativo del piano ‘La Buona Scuola’.
L’art. 12 del Ddl prevede, in ossequio alla sentenza della Corte di giustizia europea, che “I contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”.
Per effetto di tale rigido dispositivo, circa 60 mila tra docenti e personale Ata che hanno accumulato almeno 36 mesi di servizio non potranno avere un altro rapporto di lavoro a tempo determinato, in quanto hanno raggiunto e superato il limite fissato, proponiamo
Sono 60 mila persone che, se non si trova una soluzione, verrebbero penalizzate “per avere lavorato troppo”, dopo aver aderito ai contratti di lavoro proposti dallo Stato, sulla base delle sue esigenze. Li abbiamo definiti “nuovi esodati”.
Per rimediare a tale assurda situazione occorre trovare soluzioni straordinarie immediate, prevedendo, ad esempio, che l’esclusione di contratti di lavoro a tempo determinato valga soltanto con riferimento a posti vacanti e disponibili (supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche).
Una soluzione immediata potrebbe essere quella di consentire dal prossimo settembre di accedere alle supplenze brevi conferite dal Capo d’istituto a fronte di assenze per malattia, maternità, etc (posti non vacanti).
Se infatti la decisione della Corte di giustizia ha censurato la sola assegnazione ai supplenti dei posti vacanti, essa non ha invece disconosciuto le esigenze di flessibilità che connotano il sistema scolastico e, dunque, l’esigenza di avvalersi delle supplenze brevi.
Questo però non può bastare. Bisogna trovare soluzioni organiche, certe e definitive.
Tra i quasi 60 mila esodati vi sono circa 20 mila docenti iscritti nelle graduatorie di istituto in 2.a fascia che, proprio per questo, sono anche in possesso dell’abilitazione.
Il possesso dell’abilitazione e i 36 mesi di servizio alle spalle li mettono in una condizione favorevole, pur avendo il limite (non da poco) della mancanza di un concorso superato.
Proprio per questo potrebbe essere previsto per il prossimo concorso una riserva di posti appositamente dedicata a loro, a meno che il Parlamento non preveda il loro ingresso in ruolo già da settembre 2015 e senza concorso.
Anche per i 23 mila docenti dell’infanzia iscritti nelle GAE e ‘congelati’ in attesa della riforma 0-6 anni occorre trovare modo per non renderli interdetti dal lavoro.
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