
Asili nido: raggiunto o no l’obiettivo di Barcellona?

Nel question time di mercoledì scorso il ministro dell’istruzione e del merito Valditara, rispondendo ad una interrogazione sugli asili nido – un tema al centro di criticità per i possibili ritardi di attuazione del PNRR – ha precisato, tra l’altro, che “… sono orgoglioso di comunicare che abbiamo già superato gli obiettivi del Consiglio di Barcellona, che prevedeva il raggiungimento del target del 33% in merito alla copertura del servizio 0-6 anni”. A dire la verità, l’obiettivo fissato a Barcellona nel 2002 si riferisce al 33% dei bambini sotto i tre anni e non, come ha detto il ministro, a quelli indistintamente individuati tra 0 e 6 anni.
Strana quindi l’enfasi del ministro (“sono orgoglioso...”), probabilmente indotto in errore dai collaboratori che gli hanno preparato la risposta sugli asili nido.
Infatti, si sa da tempo che l’Italia fatica a raggiungere l’obiettivo di Barcellona del 33% – peraltro già conseguito da molti Paesi dell’UE – nonostante l’attuale favorevole situazione demografica che, a sostanziale invarianza dei posti disponibili, registra gradualmente un aumento percentuale grazie al calo del numero di bambini di età 0-2 anni.
Il recentissimo Rapporto annuale ISTAT 2023, in proposito, precisa: “la percentuale degli iscritti nei servizi specifici e appropriati per questa fascia di età (nidi, sezioni primavera e servizi integrativi per la prima infanzia) risulta al di sotto del 30 per cento. D’altro canto, il livello di copertura nelle strutture educative 0-2 anni è pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti: valore ancora al di sotto dell’obiettivo europeo del 33 per cento (stabilito nel 2002 e da raggiungere entro il 2010) e molto lontano dal nuovo target del 50 per cento entro il 2030”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via