Aprea: tutto sbagliato. Sasso: siamo quasi all’anno zero

Da punti di vista (ovviamente) assai diversi, ed anzi per molti aspetti contrapposti, le due esponenti di punta della politica scolastica di Forza Italia e dei DS (tendenza Mussi) Valentina Aprea e Alba Sasso convergono in un giudizio molto critico sull’attività del governo in carica.
La Aprea, già sottosegretario alla PI con la Moratti e responsabile scuola di Forza Italia, ha definitivamente abbandonato le vesti di “colomba“, quasi bipartisan, indossate in questo avvio di legislatura, per denunciare – insieme a Sandro Bondi, coordinatore del partito – la “controriforma” di Fioroni, che “ha fatto carta straccia di tutte le novità introdotte con la riforma dell’ex ministro Moratti“, compresi quei corsi triennali regionali che avevano “contrastato la dispersione e favorito l’inserimento nel mondo del lavoro“.
Ma proprio su questo punto Alba Sasso, vicepresidente della commissione Cultura della Camera, sostiene in un articolo pubblicato sul “Manifesto” (19 luglio) che invece “anche nell’iniziativa sia di centrosinistra, sia di centrodestra – sia pure con diverse accentuazioni – è riaffiorata la tentazione di risolvere il problema per la via più semplice. Con un ritorno al passato, attraverso la restaurazione di un secondo canale dell’istruzione per i meno dotati“.
Chiaro è il riferimento polemico della Sasso ai “percorsi e progetti” alternativi alla frequenza del biennio iniziale della scuola secondaria contemplati dalla Finanziaria 2007, e ancor più alla proroga dei percorsi triennali regionali di morattiana memoria. Evidentemente il faticoso compromesso sulla questione dell’obbligo di istruzione raggiunto nello scorso mese di dicembre non è stato digerito dall’ala sinistra della coalizione di governo. E nello schieramento di centro-destra le avances dialoganti della Aprea sono state travolte dai venti di guerra (anti governo Prodi) che hanno ripreso a spirare con forza.