Anticipare l’avvio del percorso scolastico per finire tutti a 18 anni?/2

Ferma restando l’attuale durata di tredici anni (5+3+5) del percorso scolastico oggi a riforma, è possibile pensare di anticipare l’inizio della scuola primaria a cinque anziché a sei anni come è previsto oggi dalle norme?

Da un punto di vista tecnico il cambiamento potrebbe essere fatto in vigenza della nuova struttura del sistema riformata (dalla nuova primaria alla nuova secondaria superiore).

Si tratterebbe di trasformare in obbligatoria l’attuale facoltà delle famiglie di iscrivere alla prima classe della scuola primaria i figli che compiono sei anni dopo il 31 dicembre e, per di più, estendere quest’obbligo non solo ai bambini che i sei li compiono entro il 30 aprile ma anche a quelli che li compiono entro il 31 dicembre.

Ne sarebbero soddisfatti quei genitori (si stima 10-15 mila all’anno) che ancora oggi ricorrono alle primine per passare direttamente al secondo anno della primaria.

Non sarebbero certamente contenti i docenti della primaria, alle prese, attualmente, con gli alunni anticipatari che, secondo voci raccolte con frequenza in ambito scolastico, manifestano difficoltà di adattamento al lavoro in aula (non tutti, per fortuna) o scarsa tenuta attentiva. Cosa succederebbe se tutti i potenziali anticipatari fossero obbligati alla frequenza e, addirittura, con loro fossero obbligati quelli nati a tutto il 31 dicembre?

Gli insegnanti di scuola primaria sarebbero costretti ad una vera e propria riconversione professionale e rivedere i parametri della loro funzione docente.

L’anticipo obbligatorio della primaria dovrebbe produrre un corrispondente anticipo di un anno della scuola dell’infanzia (e una corrispondente riconversione professionale del personale docente) altrimenti si rischierebbe il collasso dell’intera struttura.

Il gioco dell’uscita per tutti a 18 anni vale la candela?